Algeri - Gli inquirenti algerini, che indagano sul sequestro della turista italiana avvenuto nei dintorni di Djanet, nel sud dell’Algeria, hanno deciso di mettere sotto torchio le guide turistiche e gli agenti di viaggio della zona.Secondo quanto riporta il giornale locale "En-Nahar", sono infatti convinti che possano avere avuto un ruolo nel sequestro. Questo perchè si tratta del secondo rapimento ai danni di un cittadino europeo messo a segno in quella regione, proprio mentre la vittima si trova da sola con la sua guida turistica. Le dinamiche del sequestro dell’italiana, Maria Sandra Mariani, 53 annui, di San casciano Val di Pesa, sono molto simili a quelle del sequestro del francese, Michel Germaneau, rapito mentre si trovava con la sua guida nel deserto del Niger nel mese di aprile del 2010.
Secondo il giornale algerino, i due sequestri hanno provocato nella polizia algerina forti dubbi circa il ruolo delle guide turistiche nella zona e la loro possibile connivenza con i gruppi terroristici ed i contrabbandieri. Non a caso la guida che si trovava con la donna italiana al momento del sequestro è stata messa sotto interrogatorio dalla polizia. Intanto le autorità locali hanno dispiegato squadre della sicurezza lungo il confine tra Algeria e Niger e lungo la frontiera col Mali alla ricerca della nostra connazionale rapita.
Una delle due auto usate dai rapitori della donna era stata rubata a novembre da un gruppo di contrabbandieri che collaborano con la cellula locale di al-Qaeda nel maghreb islamico. Secondo quanto hanno rivelato fonti definite "sicure" da "En-Nahar", il veicolo in questione era stato rubato in una stazione di benzina di Ouhanat, nella provincia di Ilizi, nel sud del paese lungo la frontiera con la Libia, a 500 chilometri da Djanet.
Non a caso il sequestro è avvenuto a poca distanza dal posto di confine tra i due paesi africani detto di al-Dina, in pieno Sahata, che viene anche chiamato "Bus". Fonti locali sostengono che furti di auto in zona avvengono spesso e che questi veicoli vengono regolarmente venduti a trafficanti che collaborano con al-Qaeda nel maghreb islamico, ed in particolare con la Brigata del Sahara guidata da Abdel Hamid Abu Zayd, il cui vero nome è Mohammed Ghadir.
Sempre secondo la stessa fonte, il sequestro è avvenuto dopo che alcuni terroristi del gruppo islamico sono penetrati in territorio algerino, fermandosi al posto di confine "Bus" per poi mettersi in contatto con i contrabbandieri. Gli inquirenti hanno infatti scoperto che a bordo di una delle due auto c’era un uomo riconosciuto come un contrabbandiere della zona il quale ha preso parte attiva al sequestro.
I familiari: "Liberatela" "Liberatela, Maria Sandra amava l’Africa, il popolo algerino e la cultura di quel Paese". È l’appello ai rapitori di Marcello Mariani, zio di Maria Sandra. L’appello dello zio è stato raccolto e pubblicato sul Corriere Fiorentino. Lo zio della donna è l’unico dei famigliari a parlare: gli anziani genitori della 53enne sono chiusi nel loro dolore, e sono in cattive condizioni di salute. "I rapitori hanno preso la persona sbagliata -prosegue Marcello Mariani- Maria Sandra andava in Algeria due-tre volte l’anno, andava lì anche per fare volontariato. Noi la sconsigliavamo, perchè sono posti pericolosi, ma lei andava dritta per la sua strada. Portava generi di conforto e vestiti per i bambini, che metteva da parte quando era qui in Italia e poi portava laggiù nelle valigie".
I genitori e il figlio di Maria Sandra aspettano di conoscere con maggiore esattezza la situazione della loro congiunta da una telefonata fissata per domani con la Farnesina.
È quanto si apprende a San Casciano Val di Pesa, dove la donna rapita vive con i parenti. Nella telefonata la famiglia dovrebbe essere ragguagliata dalla Farnesina nei dettagli della vicenda e si spera che possa emergere la possibilità di aprire un canale con i rapitori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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