All’«asta» BerioCaffè: 5 dipendenti a rischio

«È la solita storia. Ogni cinque anni il servizio di ristoro della Biblioteca Berio va a gara. E i dipendenti della struttura cui era affidata la gestione precedente vengono licenziati»: Fabio Musolino, che è uno dei cinque lavoratori «a termine», lancia l’allarme, alla vigilia dell’emissione del bando che dovrà affidare il servizio per il prossimo quinquennio. Lo spazio è comunale, come la biblioteca, «ed è naturale - riconosce Musolino - che il servizio di ristoro sia messo a gara a scadenza. Ma quello che ci sembra anche giusto è che, nel bando, venga inserita una clausola che imponga, chiunque sia il gestore, il mantenimento dei posti di lavoro». In questi anni, il «BerioCafè» affidato alla cordata Marcello Magazzù-Paolo Vanni ha contribuito al buon funzionamento della struttura, anche grazie all’impegno dei cinque dipendenti, ora a rischio disoccupazione. Che adesso, nell’imminenza della chiusura del contratto di gestione (il 21 luglio), hanno pensato a una simpatica «provocazione»: chi apre la home page di www.beriocafe.it vede un monoscopio, l'immagine colorata che compare sullo schermo televisivo per segnalare l'interruzione delle trasmissioni. La sorpresa è completata dalla lettura della frase «le trasmissioni sono volutamente sospese, riprenderanno appena possibile».

Alla «causa» dei dipendenti si sono appassionati i clienti, frequentatori abituali della biblioteca e anche ospiti occasionali, che vanno lì per l’intervallo di pasto meridiano: in centinaia hanno firmato una sorta di appello - «raccolta spontanea di firme a salvaguardia del posto di lavoro dei dipendenti del BerioCafé» la definisce Musolino - a sostegno della richiesta dei lavoratori prossimi al licenziamento. La lista dei firmatari è stata inviata al sindaco Marta Vincenzi, all’assessore Andrea Ranieri e al direttore generale del Comune Maria Angela Danzì.