Ancora due anni di lavoro, e di attesa, per il Duomo. Poi, dal Natale 2007, i milanesi potranno tornare ad ammirare il loro simbolo. Fino a ieri sono stati tolti i teloni che già permettono di vedere le 12 guglie e le 6 falconature, in pratica il 30 per cento della superficie della facciata. Finora il restauro, avviato nel 2003, ha visto 110mila ore di lavoro nel cantiere di facciata e 50mila nei laboratori e in cava. Nel complesso si è completato il 70 per cento dei lavori.
È questo lo stato dellarte dei restauri del Duomo delineato ieri dal soprintendente per i beni architettonici, Alberto Artioli, il direttore del museo del Duomo, Ernesto Brivio, il presidente di EniTecnologia, Francesco Zofrea, e il direttore della Veneranda Fabbrica, Benigno Morlin Visconti Castiglione: «Finora abbiamo speso circa 8 milioni di euro».
La facciata del Duomo conta 10.100 metri quadrati di superficie, 8.147 blocchi di marmo e 513 statue. Per la via dei lavori sono stati montati 7mila metri quadrati di ponteggi (ora smontati per un terzo), dove ogni giorno lavorano ingegneri, operai e marmisti. Le operazioni che si susseguono nel restauro della facciata, ha spiegato Morlin, «sono la pulitura delle superfici con acqua nebulizzata e microsabbiatura, il consolidamento degli elementi in marmo o, se il degrado è molto avanzato, la loro sostituzione con copie realizzate con lo stesso marmo di Candoglia di cui è fatto il Duomo; l'iniezione di nuove sigillature in tutti i giunti e l'installazione sulle parti più esposte di un impianto di allontanamento elettrico dei piccioni».
Morlin ha poi spiegato che «è già stata completata la pulitura di tutta la superficie sviluppata, circa 14mila metri quadrati. E che le indagini diagnostiche, realizzate da EniTecnologie, sono finite a settembre». In molti casi sulle parti smontate è stato effettuato un profondo risanamento strutturale interno, inserendo nuovi pezzi in marmo per colmare i vuoti, iniettando opportune miscele e rimuovendo le parti metalliche corrose e rigonfiate.
Il restauro della facciata è «un fatto straordinario che rimarrà nella storia milanese. Uno degli avvenimenti culturali della città più importante degli ultimi anni», ha detto il sovrintendente Artioli. «In Italia manca la cultura della manutenzione - ha proseguito -, si fanno grandi interventi solo ogni 50 anni, bisogna quindi essere grati alla Fabbrica del suo impegno profuso in controtendenza. La manutenzione è l'unico modo per limitare i danni ai monumenti. I rischi di danni irreversibili sono infatti molti: le intemperie, l'inquinamento, le vibrazioni del traffico e la presenza dei piccioni».
Due pannelli, affissi da ieri ai piedi dei ponteggi montati a ridosso della facciata del Duomo, spiegheranno a turisti e milanesi gli interventi di restauro finora fatti. «Dal punto di vista statico la facciata del Duomo sta bene - ha spiegato Zofrea di EniTecnologie - l'invecchiamento del marmo è qualcosa di fisiologico».
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