Arriva Larry il gatto 007 che protegge Downing Street

Londra. Dopo aver riacquistato un portavoce, David Cameron da oggi ha anche un gatto: si chiama Larry l’acchiappatopi di Downing Street reclutato dopo che una nutrita colonia di vistosi ratti era tornata a fare la propria comparsa nella residenza del primo ministro britannico. Il felino prescelto per lo strategico ruolo ha quattro anni ed è stato reclutato dai due figli maggiori di Cameron, Nancy, che ha sette anni, e Arthur di quattro. A suo favore ha giocato il fatto di essere un gatto di strada, della South London per essere più precisi, a Downing Street contano molto sul fatto che proprio la provenienza del felino garantisca una maggiore aggressività nella caccia al topo rispetto a un gatto domestico.
E tuttavia, come spesso accade in politica, c’è chi ha sollevato polemiche: secondo Richard Moseley, portavoce della «British Pest Control Association», i gatti casalinghi non sono il massimo nella caccia al topo: «Servono da deterrente ma vanno a caccia per sport, non per necessità». Più efficace a suo giudizio sarebbe stato un piccolo terrier.
L’emergenza topi aveva colpito Downing Street a gennaio, negli stessi giorni in cui l’ufficio del primo ministro perdeva il portavoce Andy Coulson coinvolto nello scandalo delle intercettazioni di «News of the World», il domenicale del gruppo Murdoch, di cui era stato direttore. Al posto di Coulson, un mago della comunicazione venuto dalla strada (l’equivalente a due zampe di Larry secondo i media britannici), ha da poco cominciato a mostrare le unghie con i giornalisti Craig Oliver, pescato dal premier Tory nella paludata Bbc.
Quanto a Larry, nella caccia ai ratti di Downing Street, dovrà seguire le orme di precedessori illustri: negli anni Ottanta, con la Thatcher, a un piccolo randagio di nome Humphrey per fare il segugio era stato assegnato un appannaggio annuale di 120 euro.

Il cacciatore di topì era rimasto in carica durante il governo di John Major ma successivamente, a causa dei pessimi rapporti con Cherie, la moglie di Tony Blair, era stato costretto alle dimissioni. Poi ci fu Sybil, emigrata in Scozia una volta cacciati i laburisti dal governo: e i topi a Downing Street avevano ricominciato a ballare.

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