Il varo è atteso per giovedì prossimo, quando il Consiglio dei ministri emanerà il decreto che stabilisce incentivi tra i 300 e i 350 milioni di euro. Quattrini che dovrebbero essere reperiti tra le risorse del Tesoro provenienti da misure fiscali e fondi del ministero dello Sviluppo (ex legge 488). La situazione di impasse che si era venuta a creare sul «dossier incentivi» e che durava ormai da mesi è stata sbloccata ieri, secondo quanto riferito da fonti governative, grazie allopera di mediazione svolta dal premier Silvio Berlusconi tra i ministri dellEconomia, Giulio Tremonti, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Il nodo sul tavolo e il punto di disaccordo ora superato riguardava le poche risorse messe a disposizione e, quindi, limpossibilità di sostenere concretamente i settori più colpiti dalla crisi, archiviata definitivamente lipotesi di un intervento sul settore auto. Dal Tesoro sarebbero arrivati infatti «solo» circa 200 milioni di euro e la restante parte avrebbe dovuto essere raggranellata tra le pieghe del bilancio. Il confronto sarebbe stato però non solo sullesiguità delle risorse: si punterebbe, infatti, a un decreto al riparo da possibili contestazioni sulla «necessità e urgenza» con una stesura più precisa dellarticolato che comunque dovrebbe essere leggero, cioè al massimo 7-8 articoli. Tra questi, da quanto già emerso martedì scorso, una parte riguarderebbe anche alcune misure fiscali, come gli sgravi per le banche che hanno aderito alla moratoria per le pmi, una stretta sui paradisi fiscali e qualche novità sui giochi. Tra gli altri settori interessati ci dovrebbero essere quello degli elettrodomestici, i mobili, le macchine agricole, i computer e le infrastrutture per la nautica.
Non escluse anche norme relative al contenzioso fiscale e alla riscossione per alleggerire la mole di liti, ma anche per finanziare le misure di sgravio a favore dei settori in crisi.
Anche se dal provvedimento è escluso il settore auto, secondo il presidente di Ford Italia, Gaetano Thorel, «se ne potrebbe riparlare in giugno», quando il governo si renderà conto che gli introiti dellIva saranno molto bassi, a fronte di una cassa integrazione in aumento.
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