Atanasio di Gerusalemme

Pare proprio che tutti i santi che portano questo nome abbiano dovuto passare i guai: Atanasio di Alessandria trascorse quasi tutta la vita in esilio, Atanasio l’Atonita morì per il crollo del soffitto di una chiesa, quello di oggi finì ammazzato… Ma lo spazio ci impedisce di elencarne altri. Dunque, Atanasio di Gerusalemme era un diacono della basilica della Resurrezione e visse nel V secolo. Nel 451 si svolgeva il concilio di Calcedonia e il patriarca di Gerusalemme, Giovenale, era colà a partecipare ai lavori. Durante la sua assenza, il monaco palestinese Teodosio sobillò il popolo di Gerusalemme contro le decisioni conciliari. Il fatto era che Teodosio era stato condannato ed esiliato dallo stesso concilio in quanto eretico eutichiano, seguace cioè di quell’Eutiche di Costantinopoli che negava la natura anche umana di Cristo. Si trattava di un’eresia di tipo gnostico, che non credeva che il Figlio di Dio potesse morire: sulla croce doveva esserci stata solo un’apparenza di corpo, una specie di fantasma, perché Cristo era solo Dio e non anche vero uomo. Il concilio condannò, naturalmente, questa posizione; perciò il monaco Teodosio dovette ricorrere all’espediente di approfittare dell’assenza di Giovenale per cercare di farsi eleggere vescovo al suo posto per acclamazione popolare.

Ma sulla sua strada incontrò il diacono Atanasio, che lo accusò pubblicamente di divisione, scandalo ed eresia. E dovette essere molto convincente, dal momento che Teodosio divisò di farlo eliminare. Anzi, è possibile che lo abbia ucciso lui stesso. L’anno era quel medesimo 451.
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