Aumenta da sei a sedici il numero delle deputate

da Ramallah

Cresce la presenza femminile nel Consiglio legislativo palestinese (Clp, 132 membri). Il numero delle parlamentari è passato da sei a 16, grazie soprattutto alla quota minima (20% dei 66 seggi assegnati con il proporzionale) stabilita dal legge elettorale. Questo passo in avanti potrebbe tuttavia essere seguito da una marcia indietro proprio del Clp riguardo i diritti delle donne.
Il movimento islamico Hamas, vincitore delle elezioni del 25 gennaio e che con 76 deputati controlla il nuovo Parlamento, potrebbe modificare quelle leggi approvate negli anni passati a tutela dei diritti delle donne per renderle più aderenti alla «sharia» (la legge islamica).
«Il punto centrale riguarda quelle leggi che hanno migliorato la condizione della donna nella famiglia e nella società, e che Hamas potrebbe considerare influenzate dalla cultura occidentale e modificare profondamente», spiegato Siam Barghuti, una dirigente del partito di centrosinistra Fida. Candidata nella lista progressista «Badil» travolta dalla frana di tutti i partiti laici, Siam Barghuti non è stata eletta e ora fa parte di quel gruppo di attiviste dei movimenti delle donne rimaste fuori dal Parlamento.
«Contavamo su un ingresso significativo di rappresentanti dei movimenti femminili allo scopo proprio di creare una lobby nell’assemblea parlamentare a favore dell’approvazione di nuove e migliori leggi per le donne palestinesi: sarà difficile rimediare a questo fallimento», ha aggiunto Barghuti. Dalla débâcle elettorale si è invece salvata la nota attivista dei diritti civili Hanan Ashrawi, rieletta nella lista «Terza Via».
Nel nuovo Clp peraltro conteranno molto le rappresentanti di Hamas, in tutto sei, che avevano puntato la loro campagna elettorale sulla proposta di un nuovo modello di donna palestinese. «L’Islam protegge la donna garantendole il diritto a una istruzione superiore, a svolgere gran parte dei lavori e a essere impegnata in politica. In famiglia stabilisce i doveri e i diritti sia dell’uomo che della donna, e questi valori sono accettati dalle musulmane palestinesi che hanno votato per Hamas», afferma la neoeletta Muna Mansur.
La nota femminista Amal Kreisheh di Ramallah smentisce da parte sua che le musulmane siano soddisfatte dei diritti stabiliti dalla legge coranica.

«Le donne palestinesi, anche quelle più religiose, conservano uno spirito laico, e quindi sanno che i loro diritti non possono essere salvaguardati solo dall’Islam ma devono essere tutelati da leggi al passo con i tempi», aggiunge.
Molti prevedono un periodo di tensione in cui i movimenti delle donne, espressione della società civile laica, potrebbero scendere in piazza in difesa delle leggi esistenti.

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