Gli aumenti: per ora si salvano i pendolari

Ad aumentare non saranno tutti i treni. Per tirarci su il morale cominciamo da quelli che non rincarano: tutti i regionali per i quali le Ferrovie hanno un contratto di servizio con le Regioni (in pratica tutti i treni pendolari e a media percorrenza) e quelli notturni a lunga percorrenza. Aumentano invece i biglietti dei treni di «fascia alta», gli Eurostar, quelli ad alta velocità e alcuni Intercity: in questo caso il rincaro varierà da un minimo del 3% in su, secondo un parametro legato alla qualità del servizio e alla domanda. Per dare un’idea, i treni regionali trasportano una media di circa 1,3 milioni di persone al giorno, quelli di fascia alta tra 130 e 200mila persone, a seconda delle giornate. In altri termini salgono i prezzi dei servizi che hanno uno standard europeo, come affermano le Ferrovie, il che implica che non salgano quelli che non hanno uno standard a livello Ue, cioè la maggioranza. Purtroppo. Va comunque aggiunto che la qualità della fascia alta viene certificata da organismi internazionali indipendenti. Non ci sono dati aggiornati sul percorso medio di un viaggiatore di fascia alta: nel 2002 la percorrenza media era di 382 chilometri, nel 2003 era scesa a 360. Come al momento è difficile quantificare che impatto avranno gli aumenti sui disastrati bilanci delle Ferrovie.

L’ultimo aumento doveva partire dal 1° gennaio 2002, con un rincaro medio del 4,15%, ma fu bloccato dal governo allora in carica che voleva evitare un impatto sull’inflazione. Quello che partirà nel 2007 sarà così il primo dopo almeno cinque anni.

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