La banalità (giornalistica) dei numeri primi

Quando esce la notizia “Scoperto numero primo con 13 milioni di cifre”, potete giurarci che il giorno dopo i giornali hanno interpellato Paolo Giordano, autore del pluripremiato romanzo che ha per titolo (guarda caso): La solitudine dei numeri primi (Mondadori).
Infatti ieri, come previsto, Repubblica intervistava Paolo Giordano sul numero primo da 13 milioni di cifre.
Il libro non c’entra niente con la nuova scoperta?
Chissenefrega. Giordano è comunque un ricercatore di fisica e poi risponde al telefono, perché sebbene non sia più una “giovane promessa” non è ancora assurto nella categoria dei “soliti stronzi”, e quindi non è ancora insopportabilmente arrogante e quindi se lo rintracciate al cellulare non vi manda a quel paese (anche se certe volte sarebbe meglio lo facesse). Ecco allora che il malcapitato spiega: «Il sogno di tutti i matematici è quello di una formula che riesca a comprendere tutti i numeri primi. Non è stata raggiunta e non è detto che esista».
Sarebbe interessante invece interpellare un fisico nucleare - o forse ci vorrebbe un esorcista - che ci spiegasse una volta per tutte quale oscura forza regola certi tipi di reazioni e riflessi condizionati nelle redazioni dei giornali (ma anche dei telegiornali, delle radio, dei settimanali, dei mensili...). Per ogni tema c’è lo scrittore/intellettuale pronto all’uso. E non ti puoi sbagliare, chiamano sempre gli stessi. Hai un problema con i bulli? Hanno allagato il bagno di una scuola? Il bidello ha picchiato un bambino? Le maestre se la prendono con la ministra Gelmini? Gli insegnanti scioperano? Niente paura, c’è Paola Mastrocola pronta a risolvere ogni dubbio. Hai bisogno di un ateo? Piergiorgio Odifreddi ha una soluzione per tutti. C’è una nuova polemica sulle mamme lavoratrici? Chiamate Concita De Gregorio oppure Benedetta Cibrario.

Il mondo è pieno di esperti di scuola, atei e mamme lavoratrici, ma che fatica andarli a trovare, meglio affidarsi al riflesso condizionato.
A ognuno la sua pena, a noi la solita solfa.
caterina.soffici@ilgiornale.it

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