Tra banche e aziende la parola chiave è sempre «fiducia»

«La situazione rimane delicata ma alcune aree del Paese stanno reagendo e il Veneto è in prima fila». Vincenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto Banca, invita a ritrovare l'orgoglio e a credere di più nelle potenzialità dell'Italia. Veneto Banca è al dodicesimo posto nella graduatoria nazionale degli istituti di credito e guarda al futuro con ottimismo. Il primo traguardo a breve termine è quello di razionalizzare e rendere più efficiente il Gruppo: «Dopo 15 anni di crescita ininterrotta - commenta l'amministratore delegato Vincenzo Consoli - i nostri sforzi saranno rivolti a mettere in ordine la nostra presenza in Italia». L'istituto ha chiuso il primo semestre con un utile netto pari a 70 milioni di euro, «continuando a operare al servizio delle famiglie e delle imprese delle regioni in cui siamo presenti con prudenza e lungimiranza».
Secondo quanto dichiarato da Consoli alla testata edita Golfarelli, «la crisi c'è, ma ci sono anche dati che testimoniano il contrario: guardando all'economia veneta, penso alle aziende che hanno continuato a esportare anche nei mercati più difficili, al tasso di disoccupazione diminuito di quasi un punto percentuale, al calo del ricorso agli ammortizzatori sociali. Credo che la crisi sia nei numeri, ma soprattutto nella mancanza di fiducia e nelle aspettative negative». Fiducia è la parola chiave. «Ritengo che tutto il sistema Italia sia sottovalutato.

Ci sono aziende che funzionano bene e banche solide, ma continua il clima di sfiducia nei nostri confronti, mentre il salvataggio delle banche tedesche o lo scandalo Libor in Inghilterra sono passati in sordina. Ritrovare l'orgoglio del mondo finanziario e di quello industriale è possibile e doveroso, basta credere nelle potenzialità del nostro Paese».

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