Banche al lavoro per «blindare» Telecom

da Milano

Bocce ferme per la vacanza pasquale nel quartier generale di Telecom a Milano. Ma l’impressione è che nelle teste dei grandi soci del gruppo stia maturando qualche idea per far fronte al crollo del titolo in Borsa: meno 43% dall’inizio dell’anno, da 2,1 a 1,2 euro.
L’ipotesi a cui potrebbero lavorare i soci di Telco, la holding che detiene il pacchetto di riferimento di Telecom, è quella di rafforzare la presa sul gruppo. Già venerdì Telco è passata dal 23,6 al 24,5% del capitale, rilevando sul mercato lo 0,91%. Una mossa studiata ufficialmente per mediare il prezzo di carico delle azioni in portafoglio. Ma che sembra propedeutica a nuovi sviluppi. Infatti, facendo due conti, si scopre che per il momento non è cambiato molto dentro a Telco. Le azioni Telecom controllate dalla holding originariamente erano i 2,407 miliardi rilevati da Olimpia, più 543 milioni conferiti da Generali e 207 da Mediobanca. Per un totale di 3,157 miliardi di titoli. A fronte dei quali sono stati versati 2,314 miliardi di euro da Telefonica, 412 milioni da Benetton, 522 a testa da Intesa e Mediobanca, 1,373 miliardi da Generali e 900 milioni tramite un prestito ponte. Totale: 6,043 miliardi. Completa il quadro il debito che Telco ha rilevato da Olimpia nell’operazione, nell’ordine dei 2,7 miliardi. Da qui si ricava un prezzo medio di carico delle azioni Telecom per Telco vicino ai 2,75 euro per azione. Venerdì si sono aggiunti 121 milioni di titoli per 150 milioni di controvalore (1,23 euro per azione). Ma l’effetto sul totale è poca cosa: il prezzo medio per Telco scende di 6 centesimi per azione, a 2,69. Ben lontano dal valore di Borsa di 1,2 euro. In teoria, Telco può salire ancora, fino al 29,9% (il 30% è la soglia dell’Opa), mediando (a questi prezzi di Borsa) fino a 2,4 euro per azione. E questa è una strada percorribile per approfittare dei prezzi dal saldo.
Viceversa i soci potrebbero invitare altri soci a entrare in Telco: lo prevedono gli accordi della holding, per quote comprese tra il 2 e il 5% e per 900 milioni. Ma quell’ipotesi è impraticabile per i prezzi (2,5 euro) previsti dagli stessi accordi. Nuovi soci potrebbero allora entrare conferendo titoli. Come noto, ci sono in circolazione pacchetti dell’1-2% dei Fossati, di Rbs, di Bollorè, della stessa Intesa, oltre all’1,36 di Pirelli. Ma a che prezzo? Al momento dell’accordo per rilevare Olimpia da Pirelli il titolo valeva 2,2-2,3 euro. E a Marco Tronchetti Provera è stato versato un premio nell’ordine del 25-30% (2,82 euro più il dividendo di 14 centesimi). A queste condizioni, con le azioni a 1,2 euro per azione, un prezzo d’entrata potrebbe essere vicino a 1,5-1,6. Bisogna vedere se a qualcuno può andare bene. Allora c’è pure una terza via: quella che Telco salga ancora, verso il 29,9%.

E nello stesso tempo possa contare sui pacchetti esterni di Fossati, Intesa, Rbs, Bollorè, Pirelli e forse anche altri. Così da poter contare in assemblea di una minoranza di blocco (oltre il 33%) contro eventuali intenzioni ostili.

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