Rallegriamoci. Nessun cane è stato ucciso nel placido borgo di Reconvillier, in Svizzera. La notizia che ha fatto il giro del mondo è stata smentita dal sindaco Flavio Torti che non era stato possibile raggiungere domenica, quando è esploso il caso. Ci scusiamo dunque con i lettori per l’errore. Ha meno diritto di reclamare scuse invece il primo cittadino elvetico che ha subito liquidato la vicenda come una bufala. Peccato che il resto della notizia sia assolutamente autentica: il municipio ha davvero minacciato i propri concittadini in arretrato con la tassa di possesso dei cani di «ricorrere a tutti i mezzi legali», facendo riferimento «alla legge cantonale che permette d’arrivare fino all’abbattimento dell’animale se la tassa non verrà saldata». Dunque non si tratta purtroppo di una leggenda metropolitana, ma dell’azzardo di un sindaco di paese dalla lingua un po’ troppo sciolta che, una volta lanciato il sasso si è spaventato e ha proverbialmente nascosto la mano. Nel comunicato successivo infatti, Torti fa sapere, sbandierando la sua indignazione, di essere sotto choc per le reazioni piovute dagli animalisti di tutto il pianeta (alcune, decisamente eccessive, arrivate fino alle minacce di morte), garantendo che a nessun cane verrà fatto del male. Un pentimento peloso, visto che poche righe sotto si sostiene con soddisfazione che, nonostante le reazioni esterne, in paese la cosa ha funzionato, visto che «più di metà dei morosi ha pagato». Altro che bufala.
Magari il ministro Tremonti potrebbe prendere esempio: faccia un bell’annuncio sul Tg1 dicendo che chi non versa l’Irpef sarà fucilato. Se poi le reazioni dovessero essere eccessive, potrà sempre dire che è una bufala. Chissà se troverà tanti giornali pronti a giustificarlo come è successo per il sindaco Torti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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