Operazione medaglia: Igor Cassina può contare su due mesi abbondanti per riprendersi. Gli ultimi Giochi lo hanno un po tradito, con quel quarto posto ed una giuria che (a lui) non fa sconti. Lui continua a ripetere che innanzitutto quel dì a Pechino l'errore fu solo e soltanto suo. Poi c'è quell'azione legale che il campione, oro ai Giochi di Atene 2004, ha deciso di intraprendere contro la casa produttrice della sbarra con cui lui si allenava nella palestra di Meda: l'attrezzo si ruppe, lui cadde e si infortunò a pochi mesi dalle ultime Olimpiadi.
Un recupero in silenzio, con l'ansia di farcela: «Non so con il senno di poi quanto quello stop sia stato determinante per Pechino. Indubbiamente ho dovuto fermare il mio allenamento: chissà invece se, con più continuità, avrei avuto la prontezza di non compiere quell'errore che mi è costato la medaglia». L'iter prosegue ma Cassina non è uno che si crogioli nel vittimismo, guardandosi all'indietro.
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