Bella la mostra quando è chiusa

E ben vengano le mostre, allora, se è quello che vuole il popolo, stile brioche di Marie Antoinette. Anche se il popolo non sa quello che costano, non sa che cosa vedrà e non sa, soprattutto, a che ora le potrà vedere. Saliamo da Faenza a Modigliana, nobilissima cittadina di natali forse romani, che poi fu feudo dei Guidi di cui restano mute rovine, sulla cima dell’altura più erta. La mostra si chiama «Amedeo Modigliani e il segno di Silvestro Lega». Curata da due valenti studiosi e promossa da un ottimo ufficio stampa, incuriosisce per il curioso calembour creato dai nomi di Modigliani e Modigliana.
Calembour a parte, il legame è Silvestro Lega. Si sa che il giovane Amedeo Modigliani, allievo di un allievo di Giovanni Fattori, si impietosì di fronte all’apparire del vecchio Lega, poverissimo e stanco, in una spiaggia di Livorno. Dunque si sale, per queste strade romane, per capire che segreto ci possa essere, nella riluttante giovinezza di Modigliani, che ci porta a Modigliana. Ma la mostra è chiusa. Vai dal giornalaio e protesti, vai al caffè e protesti.

Ma perché la mostra è chiusa alla mattina della domenica? Quanto costa a voi cittadini, di trasporto assicurazione e catalogo, se uno viene da lontano e trova la mostra chiusa?
Va be’: ti consoli andando a vedere la casa di Lega, sotto l’umile arco tondo di arenaria, e di Modigliani a Modigliana finisci per dimenticarti.

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