Benzina, raffica di aumenti Oggi i petrolieri da Bersani

Il pieno supera i 62 euro. L’Up: colpa delle tensioni geopolitiche

da Milano

Unite sotto il segno dei rincari. È un movimento compatto, quello con cui le compagnie petrolifere hanno adeguato i listini dei carburanti alla vigilia dell’incontro previsto per oggi con il ministro delle Attività produttive, Pier Luigi Bersani. Dopo il ritocco deciso venerdì scorso dall’Agip, tra sabato e ieri le altre major (con l’eccezione di Erg) hanno provveduto ad aumentare il prezzo della verde, che tocca un massimo di 1,243 euro il litro, e del gasolio, salito a 1,119 euro. Un pieno per un auto di media-grossa cilindrata passa così a 62,15 euro.
Il nodo-prezzi, che ha già fatto scattare un’indagine dell’Antitrust, sarà uno dei punti affrontati oggi dall’Unione petrolifera nella riunione prevista con Bersani nell’ambito delle discussioni che riguardano la contestata (da parte dei gestori) riforma della rete distributiva. Anche ieri, Umberto Carpi, consigliere per l’energia del ministro, ha ricordato che «il regime dei prezzi è libero, ma resta il fatto che in Italia il livello dei prezzi è molto più alto che in Europa. Il differenziale - ha aggiunto - si muove in una forbice che va da 0,26 a 0,50 euro il litro».
La linea di difesa delle compagnie, almeno per quanto riguarda i rincari, rimanda alla posizione ribadita anche ieri dall’Up con cui si ricordano le rinnovate tensioni geopolitiche, il calo delle scorte Usa e il blocco di alcune raffinerie americane.

Cause che hanno riportato la benzina a superare, come a fine agosto-inizio settembre 2006, i 600 dollari la tonnellata, che al cambio attuale corrispondono a 0,345 euro il litro. Aumenti che, secondo l’Up, non sono ancora stati trasferiti interamente sui listini carburanti italiani.

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