Bertone: «Genova sarà sempre nel mio cuore»

«Vorrei portarmi a Roma nel cuore l' immagine di Genova come oggi, nella festa del suo patrono: aperta con coraggio al futuro e animata dalla speranza cristiana che nasce dalla Pasqua. Una città e una gente capace di aprire strade nuove di preparare la via al meglio, per sè e per gli altri: la città del Precursore!».
Con queste parole, dal sapore di una cerimonia degli addii, il cardinale Tarcisio Bertone, nominato giovedì scorso dal Papa Segretario di Stato del Vaticano, ha concluso ieri pomeriggio nella Cattedrale di San Lorenzo la sua omelia, in occasione della cerimonia dei Vespri per la Natività di San Giovanni Battista, patrono di Genova.
Un lungo e scrosciante applauso si è levato nelle navate da parte delle autorità, dei fedeli e dei turisti che assiepavano la chiesa e la piazza antistante.
«In questi anni - ha aggiunto il cardinale - ho cercato di guidare la Chiesa che è in Genova ad appassionarsi alla salvezza di tutti, di chi lavora in fabbrica, o va allo stadio; di chi studia, come di chi mette su famiglia; di chi è ammalato e solo, come di chi si impegna per l' arte e per il benessere della città.


«Anch'io come il nostro santo patrono, sul finire della mia missione a Genova - ha spiegato - vorrei che la nostra Chiesa si ponesse con forza questa domanda: sappiamo ancora parlare e toccare il cuore di tutti?. La nostra predicazione riesce ad annunciare lo stesso Vangelo con i diversi linguaggi delle persone a cui ci rivolgiamo?».

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