Trenta giorni per un esame urgente. Sessanta per uno routine. Non un minuto di più. È l'impegno preso da Sandro Biasotti per dare una svolta alla sanità ligure ammalata di attese interminabili. «Bisogna tornare al 2004 quando bastavano 3 giorni una mammografia e due settimane per una visita fisiatrica», ha detto ieri alla Spezia il candidato presidente del centro destra per le imminenti regionali di primavera.
Il punto della situazione lo ha fatto nel corso del convegno «Sanità la sinistra ha fallito, mandiamoli a casa», tenuto in Sala Dante. «Taglierò subito le liste di attesa che hanno tempi odiosi e poi toglierò i politici dalla sanità», ha osservato Biasotti che di seguito ha snocciolato uno per uno i numeri critici della sanità ligure. «Un anno per una mammografia, cinque mesi per un'ecografia, due per una visita ortopedica e il doppio per una fisiatrica. Non è possibile», ha attaccato Biasotti.
C'è poi il problema delle fughe di pazienti verso altre regioni. «È un fallimento - ha aggiunto Luigi Morgillo, vicepresidente del consiglio regionale - la mobilità passiva ci costa 4 milioni di euro di spese in più all'anno. Senza dimenticare che l'Asl spezzina ha già perso nell'anno in corso 23 milioni. Tutto sulla pelle dei pazienti che si vedono tagliare posti letto e servizi». Medicina e geriatria le specialità più colpite secondo gli esponenti del Pdl, ma patiscono anche i servizi sociali a svantaggio danno degli anziani. «Manca uno sportello unico che taglierebbe costi e tempi», ha aggiunto Morgillo.
Per lo Spezzino il nodo è poi l'ospedale, problema che si trascina da decenni per cui Biasotti aveva trovato una soluzione nel corso del suo primo mandato. «La sinistra ha bloccato tutto e ora promette il nuovo nosocomio per motivi elettorali come sta facendo con le ventilate 100 assunzioni di operatori sociosanitari. La verità - ha ripreso Biasotti - è che l'ospedale si poteva fare con il nostro progetto. Se vinciamo lo prometto in 5 anni». Nella nuova sanità del centro destra per cui Biasotti sta preparando un'apposita legge cambierà poi il rapporto tra Asl e ospedali. «Dovranno farsi concorrenza. Le aziende sanitarie devono essere al servizio dei cittadini, i nosocomi invece saranno autonomi».
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