Cristiano Doni non ci sarà perché squalificato. Moris Carrozzieri probabilmente siederà in panchina. Massimo Donati dovrebbe invece riprendersi una maglia da titolare dopo alcuni guai fisici. E Christian Vieri? Che fine ha fatto il più famoso e chiacchierato di quel folto manipolo di ex blucerchiati oggi all'Atalanta? A dire il vero, di lui poco si sa. Sempre in procinto di aggregarsi al gruppo ma perennemente presente alla voce «indisponibili», tirato in ballo dalla stampa più che altro per fatti di cronaca, mondana e non - ultima in ordine di tempo la rapina subita in via Uberti, a Milano, che gli è costata un «Audemars Piguet», orologio da polso dal valore di 16mila euro -, del Bobo calciatore non v'è traccia alcuna da parecchio. Esattamente dal 26 marzo scorso quando, durante Monaco-Paris Saint-Germain, il suo ginocchio sinistro fece crac. Ad un mese e mezzo dall'annuncio ufficiale della lista dei 23 azzurri convocati da Marcello Lippi per i Mondiali, la diagnosi per il centravanti fu impietosa: lesione meniscale con interessamento del legamento esterno. Addio Nazionale, addio Germania. E per Vieri tutto si fece più buio.
Del mito strapagato capace di segnare valanghe di gol, di quella sorta di «Uomo-Dio» di papiniana e prezzoliniana memoria, ricco e famoso, latin lover e sciupa-veline, restava soltanto la terribile umanità di un quasi trentatreenne bolso e stanco, attanagliato dalla depressione, senza più voglia di allenarsi e con la paura di un domani senza scarpini chiodati ai piedi. La mai del tutto digerita separazione dei genitori ed i ripetuti, noiosi infortuni fecero il resto e contribuirono poi a far sì che la situazione precipitasse. Del tutto. Ci pensò la Sampdoria dell'amico di una vita Beppe Marotta a cercare di risollevare Bobo a suon di fiducia, elogi, sorrisi, pacche sulle spalle ed un sontuoso contratto annuale carico di incentivi. Ma, nonostante le amorose premesse - con tanto di fantomatica e-mail indirizzata alla società e firmata dal Christian Vieri tifoso blucerchiato - e la trionfale presentazione della mattinata del 7 luglio davanti a duemila tifosi in delirio che lo acclamavano a gran voce, qualcosa non andò per il verso giusto. Le rare immagini del Vieri doriano riportano alla riabilitazione con i proff. Sassi e Tibaudi nel caldo soffocante di Bogliasco: Bobo immusonito, stremato, quasi arreso, con gli impacchi ghiacciati sopra il ginocchio sofferente e nella mente il chiodo fisso di Cannavaro che alzava la Coppa del Mondo nel cielo di Berlino, con lui a «rosicare» - parole sue - davanti ad uno schermo al plasma. Tutto era terribilmente insopportabile. E allora via di corsa sulle candide spiagge della Costa Smeralda con la nuova fiamma Melissa Satta, lontano da tutti, dalle sudate del ritiro blucerchiato di Moena, ma non dai paparazzi e dalle telecamere di Lucignolo. E mentre i canti delle sirene dell'«Isola dei famosi» si facevano sempre più insistenti e la tentazione di mollare il calcio più prossima, a Corte Lambruschini cominciavano a spazientirsi. Vieri sì, Vieri no: ebbe così inizio il tormentone dell'estate, un opinabilissimo tira e molla durato ufficialmente fino al 10 agosto, data del freddo comunicato di separazione consensuale.
Da allora, da quando l'Atalanta decise poi di metterlo sotto contratto con uno stipendio al minimo sindacale di 1500 euro, sono passati quasi sei mesi. Mesi di speranza per Vladimir Ruggeri ed Estragon Colantuono, nonostante tutto ancora timidamente fiduciosi nell'attesa di un Godot chiamato Christian Vieri che - forse - non arriverà mai.
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