Bologna - Affidata una bambina di dieci anni ad una coppia separata, nella quale il padre è dichiaratamente omosessuale. Lo ha deciso il tribunale di Bologna. Una sentenza rivioluzionaria.
Si tratta, secondo Rita Rossi, avvocato del padre, di uno dei
primi provvedimenti del genere in Italia.
La separazione Subito dopo la separazione, la bambina era stata affidata alla madre, con la possibilità per il padre di vederla quando lo desiderava, dopo aver ottenuto il consenso della mamma. Poi però, le cose non sarebbero andate come previsto e, la madre, avrebbe ostacolato la frequentazione fra il padre e la picccola. A maggio, quindi, il papà, ha chiesto
l’affidamento condiviso, ai sensi della legge 54 del 2006. La "querelle"
si è conclusa con la decisione per l'affidamento a entrambi i genitori.
Decisione del tribunale Nella decisione i giudici, pur mantenendo la
residenza della piccola nella casa materna, hanno fissato dei tempi precisi in il padre potrà frequentare la figlia. E' previsto fra l’altro un week end a settimane
alterne e poi, dal 2009, tre settimane durante l’estate,
sei giorni nel periodo natalizio e tre a Pasqua.
Omosessualità La donna si era opposta all’affidamento condiviso sostenendo che il padre non fosse adeguato per occuparsi delle esigenze della figlia Inoltre, la madre non aveva accettato la richiesta dell’uomo di passare
quest’estate una settimana sull’isola greca di Samos. Una meta frequenatata da omosessuali, secondo la mamma, che teme che la bambina
possa
intuire il vero orientamento sessuale del padre, di cui non è ancora a conoscenza.
Otto anni di matrimonio La separazione tra moglie e marito era avvenuta dopo otto anni di
matrimonio, proprio perchè l’uomo, dopo aver scoperto la sua
inclinazione sessuale, ne aveva reso partecipe la consorte. Alle
affermazioni dell’ex moglie l’uomo ha però opposto di essere
perfettamente in grado di accudire alla bambina, facendo poi notare che la destinazione ellenica era un villaggio per famiglie.
Affidata a entrambi Così i giudici hanno affidato la bimba a entrambi, dando la possibilità al padre di portarla anche a Samos. Sono "del tutto indimostrate", secondo i magistrati, le affermazioni circa la
presunta inadeguatezza del padre, che anzi chiede di poter passare ancora più
tempo con la bambinaa. "Il semplice fatto che uno dei genitori sia
omosessuale non giustifica - e non consente di motivare - la scelta
restrittiva dell’affidamento esclusivo".
Esperti In realtà, scrivono i giudici, "nel caso di specie i genitori, che comunicano poco e male, non
sono ancora riusciti ad affrontare in modo profondo ed efficace la
questione relativa ai modi e ai tempi da seguire per presentare a (...)
il tema dell’omosessualità paterna. Sarà cura di entrambi i genitori
quella di attivarsi con l’ausilio di esperti che godano della loro
fiducia".
Arcigay Questa decisione "si
prefigura come un altro segno di civiltà giuridica, in un paese dove è
solo la politica che non fa il suo dovere". Lo ha dichiarato Aurelio Mancuso,
presidente di Arcigay.
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