Dopo mesi di sondaggi impietosi e travagliati confronti interni al Partito laburista, il premier britannico Gordon Brown sembra sempre più a suo agio nel ruolo di «locomotiva» dellEuropa, trascinata in basso dalla crisi finanziaria globale. In unintervista al settimanale statunitense Newsweek, in uscita il 3 novembre, il primo ministro di Londra difende le radici socialiste del suo partito e loperato del suo governo e auspica una riforma del sistema finanziario internazionale con una sorta di «Bretton Woods 2».
«Abbiamo fatto ciò che tutti gli altri Paesi stanno facendo, prendere azioni dalle nostre banche per ricapitalizzarle; venderemo queste azioni il prima possibile», ha spiegato Brown, aggiungendo che si tratta di una misura «assolutamente temporanea». Secondo Brown quella in corso è la prima crisi finanziaria dellera globale e dopo aver beneficiato dei vantaggi è ora di affrontare le sfide.
«Abbiamo bisogno dellequivalente di un Bretton Woods; il Financial stability forum e il Fondo monetario internazionale devono essere in grado di identificare trend e movimenti in tutti i continenti», ha aggiunto Brown. Ridare vigore ai prestiti, stimolare il commercio mondiale, riformare il sistema internazionale finanziario introducendo regole di trasparenza: questi gli ingredienti della ricetta di Brown che sulle stime di recessione per la Gran Bretagna, confermate nei giorni scorsi, non azzarda pronostici.
Interpellato infine sui rapporti con gli Stati Uniti il premier si mostra soddisfatto della leadership mostrata dal presidente George W. Bush nella preparazione del summit del G20, fissato per il 15 novembre a Washington.
Da parte sua Christine Lagarde, ministro dellEconomia francese, è convinta sul fatto che «la crescita mondiale sarà sensibilmente ridotta nel corso del 2009», nellimpossibilità, tuttavia, di prevedere la «durata» e la «profondità» della crisi.
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