Buona la prima, festa azzurra in Duomo

(...) Alcuni lo seguono, altri storgono il naso. Non è serata da rovinare con gli strascichi di Calciopoli, questa. Quattro giapponesi spuntano tra la moltitudine di maglie azzurre. Scattano alcune foto, ridono e comprano divise della nostra Nazionale. La batosta subita contro l’Australia dalla loro selezione non li ha sconvolti più di tanto.
Arrivano le prime immagini degli azzurri da Hannover: Cannavaro, Totti, Nesta, ci sono proprio tutti. «Totti sei figo!», grida una ragazzina con una parrucca azzurra in testa. Il maxischermo non è poi così grande, schiacciato com’è dalla pubblicità di una nota marca di biscotti. Qualcuno si lamenta, ma quando si levano le note dell’inno di Mameli nessuno ci fa più caso. «Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta...», il canto della piazza fa venire la pelle d’oca. Inizia la partita. Si abbassano le bandiere, i volti si fanno tesi. L’Italia parte bene, ma Gilardino e Toni si fermano al palo. Il Ghana reagisce e, quando attacca, la folla si fa stretta stretta per la paura. Applausi, cori. Gli unici fischi se li becca l’arbitro Simon.
All’improvviso un lampo: Totti, Pirlo, gol! Abbracci, fumogeni, la piazza esplode in tutta la sua gioia. In mezzo alla calca già si festeggia, ma è ancora presto. Finisce il primo tempo, i chioschi nei dintorni sono presi d’assalto. Panini con la salamella, pizzette, bottiglie di birra: i venditori ambulanti sono abili a trasformare la magia della Nazionale in un lauto affare. Non solo italiani davanti al maxischermo. Un pakistano, avvolto nel Tricolore, salta come un grillo per la felicità. «Il Pakistan non partecipa ai Mondiali, così io faccio tifo per l’Italia»,. Inizia il secondo tempo. Black out tra via Mascagni e viale Majno, i cittadini infuriati si perdono metà partita. Ironia della sorte, la luce tornerà solo dopo il triplice fischio di Simon, a festa già inoltrata.
In piazza Duomo le facce sono più distese, c’è un diffuso ottimismo. Il Ghana è in difficoltà, gli azzurri sfiorano più volte la rete, ma l’urlo dei tifosi si blocca in gola, proprio sul più bello. Sino a quando Iaquinta non dribbla il portiere Kingston e segna il gol della sicura vittoria italiana.

Tutti esultano: «giocando così le vinciamo tutte» grida un gruppo di giovani. «Agli Stati Uniti ne diamo tre», fa eco un signore anziano. Finisce la gara, un boato si leva da ogni angolo della piazza. L’Italia ha vinto, tutti per le strade di Milano a festeggiare.

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