Calatrava, chiesti 3,4 milioni di danni per il suo ponte

Dopo le polemiche sull’estetica, e quelle sulla scomodità, e quelle sugli scivoli per i passanti, il ponte di Calatrava a Venezia è di nuovo nel mirino. Questa volta però in quello della Corte dei conti, che chiede un risarcimento di 3,4 milioni all’architetto spagnolo e ai suoi tecnici. Secondo la Procura regionale della Corte dei conti infatti la realizzazione del Quarto Ponte sul Canal Grande ha comportato un aumento dei costi «sconsiderato» rispetto a quanto preventivato. Il Ponte della Costituzione (questo il nome) necessita di costanti interventi di monitoraggio e manutenzione, quantificati appunto in 3,467 milioni di euro su un costo finale di 11,2 milioni.
«La Nuova» di Venezia racconta che, sempre secondo la Procura della Corte dei conti, che ha indagato per sette anni, sarebbero tanti i soldi pubblici spesi per errori di progettazione della struttura sulle fondamenta; errori poi corretti con 5 varianti onerose. Ma anche la gestione della gara d’appalto è costata molto: l’impresa appaltatrice Cignoni dovette rivolgersi alla tecnologia della Lorenzon, proprio per la natura d’acciaio del ponte.

Così ora il procuratore regionale Carmine Scarano con un «invito» rende noto a Calatrava e a sei dirigenti pubblici, che «sono emersi validi elementi per una citazione in giudizio per danno erariale dinanzi alla Corte». L’accusa è di una «macroscopica approssimazione» sfociata in un «insieme di errori» sia nella fase di progettazione che di esecuzione dell’infrastruttura, unita a «leggerezza nell’uso del denaro pubblico».

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