«È ora che i vertici dellAteneo genovese escano dallombra e si assumano le proprie responsabilità, evitando di farle ricadere sulle spalle dei lavoratori», questo lappello della federazione provinciale e del coordinamento giovanile dei Comunisti italiani di Genova, in mobilitazione da sei mesi al fianco dei tanti lavoratori precari amministrativi dellUniversità genovese che hanno perso il lavoro o che presto lo perderanno. Principale colpa dellAteneo ligure, secondo la segreteria provinciale del Pdci, laver puntato sullesternalizzazione di alcuni servizi, spendendo il 30 per cento in più delle risorse, tagliando numerosi lavoratori precari e limitando le prestazioni offerte agli studenti.
«Alla riapertura dellUniversità - spiega il segretario provinciale del Pdci Roberto Delogu - molti dipartimenti vedranno in forse attività primarie come il funzionamento delle biblioteche o degli uffici di orientamento. LUniversità deve impegnarsi, per quanto nelle proprie competenze, a risolvere il problema dei lavoratori e dei servizi a essi collegati».
La situazione dei precari dellUniversità è allettenzione del partito dei Comunisti italiani da mesi. Alcuni precari hanno già perso il lavoro nel 2008, altri stanno per perderlo proprio in questi giorni di inizio anno. Anche perché, spiega Delogu «alla riapertura dopo le vacanze natalizie molti dipartimento vedranno in forse attività primarie come il funzionamento delle biblioteche e gli studenti non potranno nemmeno più rivolgersi a diversi e importanti uffici di orientamento, essenziali per il loro percorso di studio». I precari delluniversità hanno fatto di tutto per sensibilizzare lopinione pubblica in questi mesi passati, e anche gli enti locali hanno fatto il possibile portando le istanze di questi lavoratori sul tavolo del ministro Brunetta.
Insomma, laccusa è chiara: «i vertici dellateneo non si nascondano dietro a un legittimo e civile movimento di protesta senza contribuire minimamente a sostenerlo».
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