Politica

La Casa delle libertà assicura: niente manovra bis

Calderoli: avanti coi tagli all’Irap e dazi sui prodotti cinesi. Follini: «Non lasciamo correre il debito». An: «Problema europeo». Ma la sinistra attacca il governo. La Cisl: il premier ora cambi politica

da Roma

Maggioranza e opposizione leggono i dati dell’Ocse in maniera differente. Per il centrosinistra, il governo ha fallito mentre il centrodestra ricorda che è una crisi che arriva da lontano e coinvolge tutta l’Europa.
Il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, non si scompone. «Non c’era certo bisogno delle valutazioni dell’Ocse o dei dati dell’Istat - dice - per sapere delle difficoltà dell’economia italiana. Bastava chiederlo a qualunque famiglia tra le tante che non riescono ad arrivare alla fine del mese». Poi spiega che i fattori alla base del rallentamento economico «corrispondono a quelli individuati dal governo e su cui si è deciso di intervenire». Vale a dire: taglio dell’Irap e del cuneo fiscale; concorrenza internazionale con dazi e quote che «sono un rimedio irrinunciabile contro la Cina»; indebolimento dell’euro. Il leader dell’Udc, Marco Follini, invita a «non scaricare sui nostri figli la difficoltà dell’economia italiana. Il governo deve affrontare la crisi senza minimalismo e avendo cura di non lasciare correre il debito». Il consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta, assicura che non ci sarà una manovra economica bis. «Il dato è un prodotto della bassa crescita e metà dei Paesi europei si trova nella stessa situazione». Brunetta resta convinto della necessità di puntare sui provvedimenti di rilancio dell’economia, a partire dal decreto sull’Irap, proseguendo poi con il Dpef e la Finanziaria. Il vice coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto, conferma che le difficoltà «non sono di oggi, ma risalgono molto indietro nel tempo». E poi, «riguardano anche la Germania e dimostrano che esistono spinte deflative che derivano dagli attuali meccanismi monetari europei». Per Gianfranco Blasi, deputato di Forza Italia della commissione Bilancio della Camera, servono riforme strutturali mentre l’economista di An, Pietro Armani, ammette che «il problema è europeo». Antonio Martuscello, vice ministro dei Beni culturali, dice che l’attuale momento «richiederebbe lo sforzo congiunto di tutte le forze politiche, a prescindere dalle ideologie».
Naturalmente dall’opposizione viene lanciato l’allarme rosso. Gavino Angius, capogruppo dei Ds in Senato, osserva: «I dati Ocse confermano la situazione drammatica nella quale versa il nostro Paese, la gravità della crisi economica, il dissesto dei conti pubblici che è spaventoso». L’ex ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, è convinto che il defict italiano viaggi sul 4,5% con un debito pubblico che rischia di andare oltre il 109%. «È una vera e propria emergenza». Il leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, chiede elezioni anticipate a ottobre. «Se Berlusconi avesse dignità - precisa - farebbe come Schröder». Per Rifondazione comunista, il rilancio deve partire dalla redistribuzione del reddito.
Critici anche i sindacati. Beniamino Lapadula della Cgil sottolinea come «il governo, almeno per quanto riguarda la finanza pubblica, sta arrivando al capolinea e Siniscalco farebbe bene a gettare la spugna». Per il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta, «i ministri sono espressione di una maggioranza che ha vinto le elezioni ed è compito loro governare.

Noi non chiediamo mai le dimissioni di nessuno ma invitiamo il governo a cambiare politica».

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