La regola numero uno della controguerriglia è «ci devi essere», devi uscire dalle basi militari, stare a contatto con la popolazione. «Il caso Petraeus», dellinviato del Foglio Daniele Raineri (I libri del Foglio, in edicola), racconta sul terreno la formazione di un nuovo Irak e lo fa dando peso ai dettagli: dai surgelati nei frigoriferi degli avamposti americani più remoti del Paese, ai «corsi di yoga e il club di modellismo» nelle basi, alla spiegazione di come lapplicazione di nuove strategie militari abbia portato alla diminuzione delle violenze dell85% in pochi mesi. Dietro i risultati, cè David H. Petraeus, il comandante americano in Irak, la mente del «surge» - laumento di truppe sul campo - che racconta in una lunga intervista dallex palazzo di Saddam come ha fatto a convincere i soldati a uscire dalle protette basi per avventurarsi nel mezzo delle roccaforti di al Qaida, strategia che si è rivelata di successo in molte zone dellIrak.
Il generale a quattro stelle corre in felpa bianca ogni mattina allalba lungo le acque dei laghi artificiali sulle cui rive sorgono antiche dimore dellex dittatore. Quella che era la sua riserva di caccia è ora forse la più grande base americana al mondo, Camp Victory. Ne abbiamo sentito parlare molto, in tv, sui giornali. Raineri la racconta, ne racconta i suoi abitanti, i suoi supermercati, racconta che Petraeus quando corre si lascia dietro giovani soldati ventenni e muscolosi e che «gli americani hanno importato sabbia in Irak» per costruire nelle loro roccaforti militari campi di beach volley, perché per il beach volley la sabbia deve essere «pastosa», non quella ruvida del deserto iracheno. Importavano sabbia ma non riuscivano a mettere fine alle violenze e il numero di vittime saliva, spiega. Poi, qualcosa è cambiato, con larrivo del generale che corre veloce. «La grossa differenza tra lIrak nel 2003, dopo la caduta di Saddam Hussein, e lIrak di oggi è questa: che dappertutto, nei mercati, nelle strade, nei caffè e nelle scuole, la finzione ideologica della lotta santa tra al Qaida protettrice dei sunniti e laggressione dellAmerica non regge più».
Raineri, embedded con le truppe americane tra il dicembre 2007 e il febbraio 2008, nei quartieri a ovest di Bagdad, spiega che nel Paese «non si compete per controllare un campo di battaglia, ma per conquistare la popolazione, anzi sono gli iracheni il campo di battaglia e anche il premio finale».
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