Un lungo faccia a faccia, durato 45 minuti, ha aperto la tribolata settimana della Sampdoria, reduce dalla sconfitta con il Palermo e dalla contestazione dei tifosi. Nessun supporter, invece, ieri mattina ha accompagnato l'allenamento della squadra che però, dalle 10 alle 10.45, si è ritrovata a bordo campo per un confronto tra allenatore e giocatori. Confronto pacato, mentre Mazzarri spiegava cosa è andato storto domenica al Ferraris. Ma soprattutto il compito più difficile adesso è quello di portare un po' di morale ad una Sampdoria che sembra in piena crisi, come ha spiegato Angelo Palombo negli spogliatoi: «E pensare che prima di giocare con il Palermo pensavo di vincere». C'è di un problema anche di identità, quindi, in una squadra che, appena subisce gol, si squaglia come neve al sole.
Nemmeno Cassano sembra in grado di portare una scossa. Lo stesso Cassano che dopo la gara con i rosanero, è andato sotto la Sud a chiedere ai tifosi di non fischiare. Il numero 99 blucerchiato però non sarà multato dalla società per questo gesto. A confermarlo ieri è stato anche Beppe Marotta: «Antonio ha difeso i compagni più giovani, che erano stati fischiati durante la partita - ha spiegato l'amministratore delegato blucerchiato, a margine dell'incontro a Milano tra arbitri, allenatori e capitani-, non prenderemo nessun provvedimento perché Cassano è stato un paladino dei suoi compagni. Dopo la partita, la squadra e anche Cassano hanno avuto semplicemente un chiarimento con i tifosi». Marotta poi ha parlato anche della vicenda Kakà. «Credo che alla fine Berlusconi riuscirà a trattenerlo». E se un'offerta del genere venisse fatta per Cassano? «In questo momento un'offerta folle per Antonio non la accetterei - ha risposto Marotta -. È troppo importante nell'economia del gioco della Sampdoria».
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