Cerutti presidente per il «Sole» in Borsa

Per l’ok alla quotazione manca ancora un advisor indipendente: Lazard tra i favoriti

da Milano

Tutto come previsto: Giancarlo Cerutti è da ieri il nuovo presidente del gruppo editoriale Sole 24 Ore. Prende il posto di Innocenzo Cipolletta, che resta comunque in consiglio, dimessosi anche in seguito alla nomina al vertice delle Ferrovie.
Il passaggio appare come un altro passo avanti verso la quotazione in Borsa della società controllata al 90% dalla Confindustria (il resto sono azioni proprie). Cerutti, nominato all’unanimità dal consiglio, è stato infatti il leader della terna di imprenditori-saggi (composta anche da Paolo Targetti e Miro Radici) che ha girato per l’Italia alla ricerca del consenso di associazioni di categorie e territoriali sull’operazione Borsa. Ottenendo, dalla giunta della Confindustria, una larga maggioranza (70%) a favore del collocamento. Cerutti rappresenta inoltre il «collante» necessario per unire il più possibile i diversi umori politici confindustriali, rappresentante dell’opposizione alla presidenza Montezemolo, ma allo stesso tempo tra i più influenti e stimati dallo stesso vertice degli imprenditori italiani.
In proposito il cda avrebbe già avviato le procedure per selezionare un advisor indipendente incaricato di studiare l’operazione e presentarla ai soci per ottenere il via libera, come richiesto dalla minoranza meno convinta dell’operazione (guidata da Assolombarda e Federchimica). Tra i nomi che sembrano avere le maggiori chance di aggiudicarsi il delicato incarico (che riguarda anche la valutazione del gruppo) circola quello di Lazard, che si presenta con le credenziali di istituzione indipendente dai molti legami, azionari o anche più «politici», che Confindustria e i suoi vertici hanno in diverse banche italiane e, in alcuni casi, straniere. Tanto che una banca d’affari come Goldman Sachs, spesso considerata vicina al presidente del consiglio Romano Prodi e al suo entourage, non farebbe parte della rosa di candidati. Il ruolo dell’advisor preliminare (che dunque non necessariamente sarà quello della Ipo) sarà decisivo per la valutazione del piano editoriale e per definire le risorse che il gruppo potrebbe realmente ricavare dal collocamento di una quota del 30-35%. Già si sa, per esempio, che l’ad Claudio Calabi ha definito un’eventuale emissione di un prestito obbligazionario da 250 milioni (alternativo alla quotazione) non sufficiente a coprire tutti i fabbisogni del piano industriale. Il che significa immaginare che l’ordine di grandezza della valutazione del gruppo non possa allontanarsi molto da quota 900 milioni, considerata nella fascia alta del mercato editoriale. La scelta dell’advisor è attesa in tempi stretti, viceversa sarà difficile essere pronti per l’assemblea di Confindustria convocata per il 15 marzo.


Da neopresidente, Cerutti ha detto: «Sento forte in me la responsabilità di presiedere il gruppo Sole 24 Ore nel possibile passaggio storico dell'apertura al mercato. Si tratta di una fase importante e significativa per l'azienda».

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