In cima alle richieste di prestiti c’è sempre l’abitazione

Costantemente in cima ai desideri delle famiglie italiane, la casa è e resta la ragione principale delle richieste di finanziamento. Anche in questo primo scampolo del 2011, che le vede crescere di slancio nonostante i tassi in lenta risalita, con gli indici Euribor e Irs che dettano le scelte nel sempiterno dilemma tra saggio fisso e variabile. Gli annunci da parte della Bce di un progressivo aumento del costo del denaro dovrebbero rafforzare in prospettiva il progressivo travaso della domanda verso il tasso fisso, dopo che nell'ultimo trimestre del 2010 la tipologia a saggio variabile l'ha fatta da padrona, con circa il 70% dei mutui erogati alle famiglie, oltre un terzo dei quali, stando ad Assofin, ascritto ai finanziamenti con cap (il tetto all'aumento del saggio di interesse).
D'altra parte su questo tipo di prodotti aveva puntato, già a partire dalla seconda metà del 2009, un numero sempre più ampio di banche, che oggi sembrano progressivamente abbandonare la formula o piuttosto riproporla in versione riveduta, con cap che protegge solo per 10 o 20 anni, lanciando altresì nuove proposte che abbinano fisso e variabile permettendo di passare più agevolmente dall'uno all'altro. È una risposta diretta e mirata alle surroghe, la possibilità di trasferire il mutuo in corso da una banca a un'altra, introdotta nel 2007 dal cosiddetto decreto Bersani e divenuta un vero e proprio fenomeno: fino all'ottobre 2008 i mutuatari vi sono ricorsi per porre un freno alla crescita dei tassi variabili sostituendo il finanziamento in corso con un analogo a tasso fisso, mentre esattamente un anno dopo la domanda ha preso la direzione inversa, con le famiglie decise ad approfittare dei tassi variabili ai minimi storici per tagliare il peso della rata mensile, in un momento di acuta crisi economica. Il ricorso alle surroghe è proseguito anche nel 2010, grazie alla stabilità dell'Euribor ancora attestato sui valori più bassi di sempre, ritagliandosi una quota prossima al 20% del mercato complessivo dei mutui. Allorché i tassi variabili, complice anche l'aumento degli spread, torneranno oltre il 3,5-4% è probabile che la storia si ripeta, con una migrazione verso il saggio fisso, ritenuto più sicuro, come già nel 2008. Nel frattempo, però, la crisi e le dinamiche del mercato immobiliare hanno modificato in modo netto durata e importi medi.

La prima in costante aumento, anche e soprattutto per alleggerire il peso della rata, sebbene ciò comporti inevitabilmente un incremento del costo totale degli interessi, il secondo salito negli ultimi sei anni di quasi il 18%, a un valore prossimo a 135mila euro.

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