Cultura e Spettacoli

Cinquant’anni di realizzazioni, studi e progetti

La morte ha raggiunto Giancarlo De Carlo quattro giorni dopo l’inaugurazione a Roma della mostra dedicatagli e che ripercorre cinquant’anni di attività dell’architetto-urbanista genovese di nascita e milanese di adozione. Già in cattive condizioni di salute, De Carlo non aveva potuto partecipare all’inaugurazione, avvenuta il 31 maggio. Organizzata dalla Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee del ministero per i Beni e le Attività culturali (DARC) e curata dall’architetto Margherita Guccione, la rassegna è aperta fino al 18 settembre al MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo, via Guido Reni 2). Il catalogo, edito da Electa-operaDARC, riporta interventi, tra gli altri, di Massimo Cacciari, Renzo Piano, Paolo Ceccarelli. «La mostra - spiega l’architetto Guccione - intende restituire un ritratto a tutto tondo di De Carlo, non soltanto come architetto ma anche come intellettuale di rilievo, animatore di un dibattito internazionale su architettura e società». Le immagini, le fotografie, i modellini esposti a Roma documentano il lungo percorso di De Carlo e la sua esperienza architettonico-urbanistica fortemente individuale, segnata da un netto ripensamento critico nei confronti del Movimento moderno. Tra le tante sue realizzazioni, i Collegi universitari e le diverse facoltà dell’Università di Urbino, il villaggio Matteotti edificato a Terni nel 1970 («Il primo esempio in Italia - dice l’architetto Guccione - di architettura partecipata nelle cui scelte fu coinvolta la popolazione»), l’insediamento di edilizia popolare sull’isola di Mazzorbo nella Laguna veneta. E anche il contestato intervento sulle Stalle Ducali, poste sotto il Palazzo Ducale di Urbino, che suscitò le critiche vivacissime di Vittorio Sgarbi. Di Urbino, città alla quale era particolarmente legato, De Carlo redasse anche nel 1960 il piano regolatore, giudicato esemplare come metodo di intervento in un centro storico.

Fra gli impegni più recenti, è documentato alla mostra anche il progetto per la ricostruzione del centro di Beirut.

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