(...) di voler difendere caste di pochi garantiti più che i tanti precari di ogni livello, precari perché insicuri del futuro.
Mutatis mutandis, pensiamo anche al coraggio di Silvio Berlusconi di fare un passo indietro per senso di responsabilità e per il bene del Paese, nonostante non fosse stato sfiduciato, e di indicare per tempo un successore giovane come Angelino Alfano.
Oppure, si pensi alla vittoria di Marchionne nei referendum sui nuovi contratti di Pomigliano e del Lingotto: l'ad di Fiat ha infranto totem ideologici che sembravano indistruttibili. E ha avuto la meglio, mettendo all'angolo i corifei di un conservatorismo sociale incapace di guardare al bene comune alla luce dei cambiamenti radicali avvenuti a livello mondiale in questi ultimi anni.
La capacità decisionale è essenziale per qualunque leadership, per qualunque classe dirigente degna di tal nome. Essa richiama quel principio di responsabilità per cui, secondo l'etimologia del termine, si è in grado di rispondere alla missione ed al compito assegnati.
Quando ciò non avviene, quando, per cause interne od esterne, i rappresentanti di uno Stato, di un partito, di un sindacato, di un'associazione cessano di decidere e rinunciano a dare risposte all'altezza della situazione, la conseguenza è il progressivo distacco da parte dei cittadini, che si sentono abbandonati a se stessi da coloro nei quali avevano riposto fiducia.
Per dirla in altri termini, la crisi della responsabilità genera inevitabilmente la crisi della rappresentatività, con esiti potenzialmente destabilizzanti per la tenuta di un sistema-Paese.
Per quanto riguarda più in particolare la politica, tutto ciò deve spingerci a superare definitivamente il luogo comune secondo cui i provvedimenti strutturali sono sempre «impopolari» e producono per ciò stesso un calo del gradimento elettorale.
Per dirla con De Gasperi occorre saper pensare alle future generazioni senza badare alle prossime elezioni, questa la cifra di chi è capace di essere rappresentativo di un popolo e responsabile del bene comune.
Le ragioni del successo degasperiano sono fondamentalmente due: la capacità di decisione e il coraggio di sfatare tabù consolidati in materia economica, sociale e previdenziale.
La riforma agraria per citare un simbolo di quel tempo di uomini liberi e coraggiosi, un provvedimento controcorrente e rivoluzionario che trascina l'Italia in Europa gettando le basi per un futuro prima dignitoso poi prospero e comunque ricco di speranza per tutti.
*deputato
coordinatore regionale del Pdl
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