Al Cnr di Bologna si studia come cacciare il premier

Gli uffici pubblici possono essere utilizzati dai compagni del Pd per non lavorare, bensì per agitarsi contro Berlusconi, contro il governo, contro la maggioranza? Presso il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Bologna pare di sì.
In orario di servizio, è un via vai di e-mail per organizzare manifestazioni, raccolte di firme, agitazioni e propaganda. Attraverso internet viaggiano anche documenti interni del Pd, come testi ispiratori di iniziative militanti degli agit-prop stipendiati dallo Stato. La mailing-list interna al Cnr è una linea calda per i dottori che di ricerche, però, non parlano. Si tratta di migliaia di messaggi operativi e piazzaioli, di cui fornisco solo alcuni esempi.
Gabriella Poggi, «per il Pd Bologna» - si firma così - il 2 febbraio 2011 convoca tutti i colleghi (@area.bo.cnr.it) per il giorno dopo a piazza Nettuno, ore 18, perché fino alle 19.30 si tiene il presidio «Berlusconi dimettiti». Il 6 febbraio, ore 17.49, Roberta Nipoti si incarica di far giungere, attraverso un corposo allegato, i documenti dell’assemblea nazionale del Pd, evidentemente essenziali per le attività del Cnr, a tutti i dipendenti. Da stakanovista esagera e produce anche doppioni. Il 10 bisogna organizzare la manifestazione delle donne del 13 e, infatti, se ne occupa un uomo, tale Gianni Quarantotto, che con le maiuscole fa sul serio: «... poiché voglio restare un CITTADINO e non invece divenire un SUDDITO: vi giro (e invito a leggerlo) il link per la manifestazione di domenica 13 “se non ora quando”, che donne di ogni colore, di ogni estrazione sociale, di ogni età hanno promosso per difendere la DIGNITÀ della nostra Italia, che non è di SUA SIGNORIA, e per ribadire che TUTTI devono rispettare i dettami della Costituzione». Giunge a sostegno per la buona riuscita del 13 Francesca Alvisi che, alle ore 16.08 dell’11 febbraio, invia un pistolotto a due indirizzi «affollati». Il veleno è tale da far vergare anche sproloqui antiparlamentaristici di stampo nazicomunista. Nel messaggio dell’11 febbraio 2011, ore 12 (oggetto: raccolta firme in Area per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio), la destinataria Roberta Nipoti risponde alla mittente Valeria Fattori, denotando un’educazione civica da comunismo di guerra: «Ho già firmato quella richiesta. Sono disponibile a firmare analoga richiesta di dimissioni per i 315 deputati che hanno votato contro la richiesta della procura di Milano... Penso, anzi, che questi personaggi siano molto peggio di Berlusconi».
Nel Cnr bolognese non la ricerca, tantomeno la scienza, soltanto l’antiberlusconismo ferve ed impegna. Due ore prima, infatti, Roberta Nipoti aveva svolto il suo compito, avvertendo, ore 10.11: «Da oggi anche nell’Area della Ricerca di Via Gobetti sarà possibile firmare per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio. Il banchetto per la raccolta delle firme sarà presente da lunedì 14 a venerdì 18 febbraio nell’atrio dell’uscita principale della mensa, dalle 12 alle 14.

In alternativa, nei giorni precedenti e successivi, potete firmare contattando Monia Negusini o Francesco Moscatelli».
Non serve altro commento se non che non possiamo, per nessun motivo, consegnare l’Italia a questa gente, mostruoso specchio della miseria dell’antiberlusconismo.
*deputato Pdl

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