Il commento Se in Libia ci sono vittime di serie B

di Riccardo Pelliccetti

Ma l’Occidente non è intervenuto in Libia per proteggere la popolazione civile? Forse ci siamo sbagliati. Forse abbiamo letto male la risoluzione dell’Onu. Forse non siamo in grado di comprendere. Forse… Aspettate. È meglio rinfrescarci la memoria. Ecco cosa recita la delibera delle Nazioni unite al punto 1: «Richiede l’immediata adozione di un cessate il fuoco e la cessazione di ogni violenza e di qualsiasi attacco o abuso a danno dei civili»; e al punto 4: «Autorizza gli Stati membri (…) a prendere tutte le misure necessarie per proteggere i civili e le aree a popolazione civile…».
No, non ci siamo sbagliati né abbiamo letto male, il mandato dell’Onu è molto chiaro: proteggere i civili a qualsiasi costo. Ma allora come si spiega il bombardamento aereo degli alleati su Tripoli che ha provocato 40 vittime civili? Effetti collaterali? Ma non scherziamo, questo è un intervento umanitario, mica abbiamo dichiarato guerra a Gheddafi. O no? Perché se è così ce lo dicano chiaramente prima di piallare la Libia con le bombe. E ci risparmino l’ipocrisia di certe affermazioni, come «il mondo non può rimanere fermo quando si tratta della sicurezza di una popolazione». Di quale popolazione? In Libia ci sono civili di serie A e di serie B? E in base a quale principio c’è chi deve essere protetto e chi deve morire? Chi è diventato il dio che giudica e commina le sentenze?
Sono domande che non avranno risposta e che neppure l’inchiesta avviata dalla Nato potrà chiarire. Mercoledì, al vertice di Londra sulla Libia, tra gli alleati serpeggiava l’imbarazzo. Forse qualcuno si è preso qualche libertà di troppo, concedendosi un’interpretazione alquanto estensiva del mandato Onu. I bombardamenti fiaccano la popolazione, ne sanno qualcosa le città colpite sistematicamente nella seconda guerra mondiale. E per qualcuno potrebbero essere un buon viatico per rovesciare Gheddafi. Ma allora perché non lo fanno fuori direttamente? Perché mascherarsi dietro l’alibi dell’aiuto alla popolazione per abbattere un tiranno? Non c’è bisogno di ricordare le nefandezze che ha commesso. E nessuno verserà una lacrima per lui. Ma forse manca una strategia comune, anzi, forse manca proprio una strategia.
Da ieri è l’Alleanza atlantica a guidare le operazioni militari e ci auguriamo che si affermi anche un’unica linea politica che rimetta il guinzaglio ai «cani sciolti» e cancelli l’«anarchia del bombardamento». Quale linea politica? Non spetta a noi dettarla. Certo, il fatto che molti civili filo Gheddafi siano pronti a combattere contro i ribelli non faciliterà i piani degli alleati. Ma vista la situazione sul campo, ci attendiamo che la Nato si concentri su quale futuro dare alla Libia. All’inizio della rivolta, c’è chi ha avuto troppa fretta nel legittimare dei ribelli che nessuno conosceva.

E ancora oggi abbiamo difficoltà a capire quali garanzie possano dare all’Europa in tema di infiltrazioni terroristiche e controllo dell’immigrazione. Senza contare gli enormi interessi che girano attorno ai giacimenti petroliferi. Quale prezzo è disposto a pagare chi vuole metterci sopra le mani?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica