Como, la Procura apre un’inchiesta sul muro che fa sparire il lago

Sul muro di Como che ha fatto «sparire» il lago, la Procura ha aperto un’inchiesta nei confronti di ignoti con l’ipotesi di reato di abuso edilizio. Con un blitz in municipio, la magistratura ha sequestrato le carte del progetto di costruzione delle paratie che dovranno difendere la città dalle esondazioni del lago e nel quale rientra anche la realizzazione della colata di cemento alta due metri sul lungolago che nasconde la vista del Lario.
Secondo la indagini della Procura il muro sarebbe più alto di quello che stabiliva il progetto. Contro l’innalzamento spropositato della parete in cemento, deciso per motivi che non è ancora stato possibile chiarire, a Como è scoppiata una rivolta popolare. La protesta ha portato il sindaco Stefano Bruni ad annunciare in consiglio comunale un dietrofront.
La necessità di realizzare opere per difendere il centro di Como dalle periodiche esondazioni del lago, era nata dopo l’alluvione della Valtellina del 1987. Proprio la Legge Valtellina prevedeva la realizzazione delle opere a protezione del lungolago di Como. Quello che si sta costruendo in tre lotti, dei quali è partito solo il primo, è un progetto che prevede un investimento di 15 milioni di euro.

La passeggiata si allungherà di 11 metri verso il lago e saranno montate cinque paratie mobili destinate ad innalzarsi nei periodi di piena. Il progetto era stato a lungo contestato, anche perché negli ultimi anni il fenomeno dell’esondazione del lago è diventato sempre più raro.

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