La persona giusta al posto giusto? Neanche per sogno: le scelte dei nuovi amministratori della Fiera di Genova fatte dai vertici di Comune e Provincia sono assolutamente inadeguate, al di là delle capacità dei singoli. Parola di Giacomo Conti, segretario regionale di Rifondazione comunista, che spara a zero contro le nomine indicate da Tursi e Palazzo Spinola: «Mi sembra - attacca Conti - che ci fosse loccasione per fare un salto di qualità. E invece si è preferito individuare figure che sono rispettabilissime, per carità, ma corrispondono a criteri di stampo politico, piuttosto che allesigenza di assicurare il rilancio del mercato fieristico e, di conseguenza, della città e della regione». La Fiera, a giudizio dellesponente comunista, ha enormi potenzialità di sviluppo, e può assecondare lauspicata crescita delleconomia, del commercio e del turismo del territorio. Se è vero - come è stato riconosciuto a tutti i livelli - che negli ultimi anni, per vari motivi, queste potenzialità non hanno trovato piena espressione, al di là di eventi prestigiosi, ma episodici, è altrettanto vero che il momento è propizio per voltare definitivamente e risolutamente pagina: «Euroflora e Salone Nautico vanno benissimo» riconosce Conti. Che aggiunge, però: «Non si può vivere solo di queste manifestazioni, che oltre tutto rischiano di essere scippate da altre sedi italiane e estere. E allora, bisogna assolutamente pensare in termini di inserimento a pieno titolo nel mercato fieristico internazionale. Ecco il perché dellesigenza di fare un salto di qualità».
Proprio il contrario, secondo lui, di quello che hanno fatto il sindaco Giuseppe Pericu e il presidente della Provincia Alessandro Repetto. Il primo (come rappresentante dellazionista Comune di Genova col 32 per cento delle azioni) ha confermato come amministratore delegato e direttore generale Roberto Urbani - «una conferma inadeguata», a giudizio testuale di Conti - e come consigliere lassessore al Bilancio Luigi Liccardo - «una scelta assolutamente anomala» -. Il secondo azionista, Palazzo Spinola (22 per cento delle quote della Fiera) ha indicato come consiglieri Milò Bertolotto (destinata alla vicepresidenza) e Stefano Marastoni, che affiancano il nuovo presidente Paolo Lombardi e il consigliere Gabriele Galateri di Genola scelti dalla Regione (27 per cento delle azioni, tramite Filse) e, sempre come amministratori, Giacomo Rossignotti e Germano Ghedina (Camera di commercio, 17 per cento), e Erido Moscatelli (Autorità portuale, 1 per cento).
Non è che al segretario regionale di Rifondazione comunista stiano antipatici Milò Bertolotto o Liccardo, Marastoni o lo stesso Urbani che pure si è dato molto da fare in questi anni di presidenza Gattorno. «Ma è la logica che ha portato a queste nomine - insiste Conti - che non mi va. La gestione della Fiera devessere adeguata alle sfide di un mercato di settore che è sempre più competitivo. Avrei pensato a scelte che andassero nella direzione di un completo rinnovamento dei vertici e del consiglio di amministrazione che deve interpretare le linee di indirizzo. Mi sarei aspettato - precisa ancora meglio - figure slegate dai brutti vizi della politica di lottizzazione, per andare a convergere su competenze affermate, in grado di far sì che la Fiera guadagni in competitività».
Invece... «Invece - riprende Conti -, visti i nomi, sono rimasto molto perplesso». Neanche una concessione alla verifica dopo il rodaggio? La replica è vagamente possibilista, ma a quanto pare solo per cortesia formale: «Li vedremo allopera sul campo, naturalmente. Ma la professionalità è unaltra cosa». Gli strali dellesponente di Rifondazione vanno a colpire soprattutto la figura di maggior spicco (e di maggiore peso) allinterno del consiglio: lamministratore delegato e direttore generale Urbani. «È lui che tiene in mano il timone, dato che il presidente, dopo la trasformazione della Fiera da ente a società per azioni, ha funzioni essenzialmente di rappresentanza. Con Urbani, non si può certo parlare di rinnovamento».
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