Confindustria: «Servizi cari»

da Milano

Tra banche e imprese il rapporto d’affari non è mai venuto meno e gli ultimi dati dell’Osservatorio banca-impresa curato dall’Abi lo confermano. Semmai, puntualizza il presidente del Comitato tecnico per il credito riservato alle Pmi di Confindustria, Francesco Bellotti, gli istituti dovrebbero venire maggiormente incontro al mondo produttivo in termini di costi e servizi.
«I rapporti tra mondo bancario e mondo industriale sono sempre stati in essere. Piuttosto, oggi il sistema bancario ha una notevole liquidità che ha bisogno di trovare impiego e il mondo delle imprese, nonostante la situazione economica con cui si confronta, non riesce a utilizzarla appieno», prosegue Bellotti.
La riprova è nel rapporto tra fido accordato e fido utilizzato (64,3%): se si guarda la valutazione che il sistema bancario fa della bontà delle aziende, è un numero che offre un giudizio positivo; viceversa, da un punto di vista delle disponibilità del sistema bancario, non è un dato altrettanto positivo. Significa che esistono delle risorse per le quali il sistema bancario paga un costo che non trova un suo reimpiego».
Al di là della mole di finanziamenti a disposizione delle imprese, Bellotti insiste su alcune criticità: «Penso - spiega - al continuo e costante aumento dei servizi bancari. Basti pensare che a novembre il costo è cresciuto dell’8,4% ; negli ultimi quattro anni del 43%. se si pensa che il costo dei beni industriali è cresciuto del 12% il gap è evidente». Secondo lo studio curato dall’Abi insieme a undici associazioni d’impresa, tra cui Confindustria, lo scorso settembre i finanziamenti erano cresciuti del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2004 (più 4,8%) mantenendo così la tendenza dell’agosto di quest’anno (più 6,8%).

Alla stessa data, il tasso di crescita dei finanziamenti alle imprese individuali risultava pari al 7,9% (più 5,7% a settembre 2004) mentre a giugno 2005 (ultimo dato disponibile), il tasso di crescita dei finanziamenti al settore delle imprese artigiane era al 3,2 per cento.

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