Prima premessa: ieri vi abbiamo risparmiato il racconto delle sette ore di riunione della maggioranza di centrosinistra in Regione minuto per minuto, limitando la notizia a pochissime righe, quelle che meritava: hanno litigato, a tratti si sono anche abbastanza scannati, poi sono usciti con un comunicato ufficiale su carta intestata del Pd in cui dicevano che era tutto a posto, con un comunicato ufficiale su carta intestata dellItalia dei Valori in cui dicevano che era quasi tutto a posto e con unagenzia di stampa firmata dai capigruppo di Sinistra e Libertà e della Federazione della sinistra in cui spiegavano che le cose a posto erano davvero poche. Per la cronaca, si parlava di eventuali tagli alla sanità e di eventuali aumenti delle tasse e non ne hanno cavato un ragno dal buco, aggiornando tutto ai prossimi giorni.
Seconda premessa: negli anni e nei mesi scorsi non abbiamo mai risparmiato nulla al Pdl. Soprattutto, non ci piace il Pdl un po silenzioso, un po sottomesso, un po a rimorchio dei temi imposti dal pensiero unico cittadino. Anche quando questi temi sono di poco o nessun vero interesse, se non per un gruppo di persone per cui Pd, Pdl o altri partiti sono interscambiabili, come Franza o Spagna. Purché se magna. E, diciamolo tranquillamente, questa è una situazione molto, ma molto genovese e ligure.
Proprio per questo, fa doppiamente piacere applaudire oggi il capolavoro strategico del Pdl in Regione, firmato dal capogruppo Matteo Rosso e dai suoi consiglieri, primo fra tutti Roberto Bagnasco che lha spalleggiato in commissione sanità. Perché a fare andare in mille pezzi il centrosinistra è stata fondamentalmente la politica di apertura di Rosso che, in questo momento di gravissima crisi della sanità, si è offerto di collaborare con la maggioranza «per porre fine ai danni di Burlando e Montaldo».
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