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Cosenza primo stadio chiuso

La prima «vittima» della normativa Pisanu sulla sicurezza degli impianti sportivi è lo stadio San Vito di Cosenza. Chiuso dal prefetto per «inidoneità a ospitare gare calcistiche e far affluire spettatori». Motivo? Non sussistono i requisiti tecnici previsti dal nuovo provvedimento del ministro dell’Interno, trattandosi di uno stadio con più di diecimila posti. E visto che era in programma la sfida tra Cosenza e Rossanese, «infuocato» derby di Coppa Italia, il prefetto ha differito il match per la situazione di conflittualità nei rapporti tra le tifoserie delle due squadre, dopo gli incidenti verificatisi nell’ultimo campionato. La decisione ha dunque annullato l’autorizzazione concessa dal sindaco di Cosenza Eva Catizone (che protesta per l’interpretazione «troppo rigida e restrittiva» della norma) e ha creato di fatto uno scontro tra istituzioni cittadine.
Tempi duri anche per i bagarini: prima in Italia, la Questura di Torino ha disposto il divieto per un anno a sei napoletani, di età compresa tra i 40 e i 50 anni, di entrare o di sostare nelle vicinanze degli impianti sportivi dove si svolgeranno incontri di calcio di serie A, B e C, coppe nazionali, internazionali o partite amichevoli, compresi quelli della nazionale. In pratica un provvedimento di Daspo, cioè di prevenzione, applicato ai venditori illegali di tagliandi. I sei erano stati sorpresi a vendere biglietti ai tifosi di Juventus e Inter in occasione della Supercoppa italiana disputatasi al «Delle Alpi».
Intanto ieri un gruppo di tifosi ha forzato una delle porte di ingresso del San Nicola, mentre era in corso la partita Bari-Ternana di serie B, ed è entrato senza pagare il biglietto: entrati nel settore Tribuna Ovest, hanno saltato i vetri divisori, si sono sistemati sulle gradinate della curva nord. Già prima dell’inizio della gara ai botteghini vi erano stati momenti di tensione a causa della lentezza delle operazioni di rilascio dei biglietti di ingresso che da ieri devono essere nominativi in ottemperanza al decreto Pisanu. Tanto che in molti hanno occupato le gradinate a partita già cominciata.
Dal Viminale era giunta venerdì un’indicazione chiara: nessun tipo di proroga per i biglietti nominativi e la videosorveglianza, mentre verranno concessi sei mesi di tempo per mettere in regola gli impianti. Oggi si farà il punto della situazione con la prima di A: ad Ascoli potrebbe esserci qualche problema per l’afflusso massiccio legato all’arrivo del Milan. Olimpico, San Siro e Delle Alpi sono praticamente pronti e ieri al «Picchi» di Livorno, banco di prova numero uno, alcuni tifosi si sono presentati agli ingressi mostrando il documento d’identità anche quando non richiesto. Il numero degli steward è stato raddoppiato (da 70 a 150), tutto lo stadio ha posti numerati, tranne una parte della curva sud, infine qualche controllo a campione documento-biglietto.
E nella prossima settimana sono attesi i provvedimenti giudiziari nei confronti degli ultras del Torino protagonisti degli incidenti avvenuti nei giorni scorsi.

Al momento sarebbero una quindicina le persone ritenute responsabili delle violenze e la Digos di Torino sta completando le indagini con l’analisi delle testimonianze raccolte e delle immagini delle telecamere.

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