Tra credito e imprese il nodo strategico dell'internazionalizzazione

La fiducia del sistema creditizio, in primis, è rivolta verso quelle imprese che, negli ultimi anni, hanno saputo investire in ampi progetti d'internazionalizzazione, riuscendo a dare credibili risposte all'instabilità dei mercati. Lo dimostra, con ampi approfondimenti, l'analisi sul territorio realizzata da Dossier e dai suoi giornalisti. Un ritratto scrupoloso dell'attuale scenario economico toscano che include, le riflessioni dei personaggi maggiormente strategici, per il rilancio del mercato regionale. Emerge, soprattutto, come il fattore dimensionale sia, oggi, la base per garantire il mantenimento dei livelli di competitività aziendali.
Le grandi aziende, dunque, affrontano meglio la crisi, rispetto alle piccole. Questo emerge, soprattutto, se si prende in esame il settore moda. L'analisi dimostra, al contrario, quanto sia più complessa la situazione del mercato interno e delle aziende che hanno puntato, solo su questo. Mauro Quercioli, presidente dell'Abi Toscana, spiega che - a gennaio 2012 - gli impieghi delle banche, verso le imprese e le famiglie sono cresciuti, sull'anno precedente, rispettivamente dell'1,12 e del 3 per cento. Secondo Quercioli, in Toscana è in aumento il rapporto tra sofferenze e impieghi. In sei mesi, infatti, si è passati dal 5,9 , al 6,9 per cento (a livello nazionale l'oscillazione è stata, invece, dal 5,1 al 5,4 per cento).
«Questo rende più difficile il lavoro delle banche - dice - perché alcuni crediti rischiano di diventare inesigibili". Ma è proprio in questa delicata fase economica, che non può mancare il sostegno del mondo creditizio al tessuto produttivo.

«Le banche hanno provveduto, sulla base di accordi nazionali - aggiunge - ad allungare i mutui in essere, a partecipare alla ricapitalizzazione delle imprese, ad anticipare la cassa integrazione e a studiare soluzioni per garantire i crediti che le aziende vantano, nei confronti delle pubbliche amministrazioni».

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