«Cresceremo ancora lavorando bene sui metodi, le persone e sui reali bisogni»

Con Marco Stante, membro del consiglio di amministrazione e uno dei figli di Roberto Stante, fondatore nel 1973 della casa di spedizioni internazionali, parliamo innanzitutto di come è avvenuto questo passaggio generazionale.
«Papà è stato il primo a offrire un servizio di “collettame” verso la Germania - spiega Roberto . I miei due fratelli e io abbiamo assorbito certi concetti e certe impostazioni fin dalla nascita e siamo diventati innovatori e imprenditori per vocazione. Per noi è importante avere questo passato alle spalle, ma non amiamo che si parli solo di questo. Ci piace invece pensare al futuro».
Ritiene che per le aziende italiane sia vitale espandersi nei Paesi emergenti?
«Non credo che si debba per forza andare in Cina per sopravvivere in Italia. Noi stessi, comunque, lavoriamo parecchio sui Bric. In Italia, come in qualsiasi altro Paese, esiste un solo imperativo: essere competitivi. Il che significa mille cose: disporre di una buona copertura del territorio, essere un’azienda sana dal punto di vista finanziario, fare investimenti anche al proprio interno, spingere sull'innovazione tecnologica. A questo punto, forti nel nostro mondo, possiamo decidere i prossimi passi imprenditoriali, in modo sinergico con le nostre attività e soprattutto con quelle dei nostri clienti».
Per molti anni Stante ha significato spedizioni internazionali. Di recente avete investito molto nella logistica di magazzino e nella rete distributiva nazionale.
«Il mercato ci richiede sempre di più capacità di integrarci nei suoi sistemi con un’offerta completa. La logistica di magazzino e la distribuzione nazionale sono il naturale completamento di un’attività di spedizioni internazionali. Il nostro gruppo gestisce oggi anche propri depositi dal Sud al Nord del Paese. Curiamo la logistica inbound per diversi clienti e vediamo una crescita molto rapida della domanda da parte di clienti che importano dal resto del mondo, in particolare dall’Estremo Oriente e dagli Usa, prodotti di largo consumo e materie prime destinate alla produzione».
Per questo nuovo modello di business serviranno risorse umane altamente qualificate.
«Assumiamo preferibilmente persone che abbiano conseguito lauree o diplomi con votazioni elevate, ben preparate a livello informatico e che sappiano parlare almeno una lingua straniera. Puntiamo in alto, come formazione, anche perché nel nostro ciclo di lavoro stiamo introducendo concetti di lean management, che vanno ben oltre le prescrizioni dell’Iso 9000».


Dove volete essere nel prossimo futuro?
«L’obiettivo è continuare a essere una realtà privata italiana, con target di crescita importanti, ma sempre sostenibili. Il tutto lavorando sui metodi, sulle persone, ma soprattutto sulla capacità di capire i reali bisogni dei clienti».

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