Roma - In alcuni casi bisognerà aspettare che il governo vari i decreti attuativi. E solo allora si saprà come si fa ad accedere alle misure di welfare e pro imprese messe in campo con il pacchetto anti crisi. È ad esempio il caso del prestito a favore delle famiglie con i nuovi nati o dell’estensione una tantum degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori precari (il 5 per cento del reddito percepito nell’anno precedente a quello della richiesta). Per altri provvedimenti, invece, c’è già qualche dettaglio. E, dalla «carta acquisti», passando per il bonus alle famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati fino al tetto ai mutui, il dato comune è che nel pacchetto c’è poco di automatico. Bisognerà fare richiesta, ad esempio, se si ritiene di avere diritto alla social card. Il governo ha previsto una massiccia campagna di informazione, ma se qualcuno ritiene di rientrare nei requisiti per ottenere la social card, dovrà andare di persona alle Poste e presentare le carte. Procedure appena più semplici per il bonus. In questo caso le pratiche burocratiche spettano al «sostituto di imposta». Cioè al datore di lavoro oppure, visto che la misura è rivolta anche ai pensionati (quelli che vivono da soli e hanno diritto alla misura sono 3,5 milioni), all’ente previdenziale. Poi c’è una partita che si giocheranno da sole le banche e l’Agenzia delle entrate e cioè quella del mutuo con la «rata dal volto umano». Quello che eccede il 4% verrà rimborsato direttamente dal fisco. La palla torna in mano ai cittadini per i nuovi mutui.
A quelli stipulati nel 2009 potrà essere applicato il conveniente tasso della Bce. Ma spetterà al contraente andare allo sportello e chiedere che gli venga applicato. E potrà scegliere tra il tasso Bce o l’euribor, più lo spread.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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