Aliano è un paese per paesologi. Va capito.
Il barbecue che scalda gli arrosticini è ovale ed è sul marciapiede. La signora che cura la cottura è ovale anche lei.
La casermetta dei Carabinieri poco più avanti non apre le finestre.
Al bar "666" il ragazzotto fuma e ha la polo marrone. Discute di politica con quello accanto. Camicia azzurra.
Di fronte, la padrona del bar "Carlo Levi" dice a quello di spostare la macchina perché lì le multe le fanno.
Il camion dei gelati non spegne il motore nemmeno quando l'autista scende per un caffè. Sceglie il bar "666".
Un signore, fuori dalla porta della sua casa, ma dentro il suo giardinetto, sta accarezzando il suo cane beige, come i suoi calzoni.
Un altro con la Panda bianca porta un dolce per il pranzo. Lo tiene in un piatto di carta ricoperto. Al suo arrivo si alza un vecchio col bastone e gli occhiali, che lo attendeva seduto su uno di quei cestini per cartacce di plastica verde. Entrano in casa insieme.
Il grande palco vuoto nella piazza racconta di serate danzanti, senza discorsi di politica.
L'uomo coi capelli bianchi ha la canottiera bianca e riempie alla fontanella grigia un catino. Bianco anche lui.
La casa sulla piazzetta lastricata ha gli occhi. E un cartello lo certifica.
Nell'angolo alto del cimitero si sofferma il giovane milanese e dice al papà: "Certo che potrebbero almeno tenerla pulita dai sassi questa tomba". Sopra c'è scritto: "Carlo Levi. 29-11-1902 4-1-1975".
Da Aliano non resta che prendere la Statale jonica e raggiungere la meta del nostro viaggio: il Salento, per la settimana della Taranta.
Ma questo è un altro viaggio, di cui forse qualcuno racconterà. Guido Bosticco
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