Gli italiani riscoprono i valori della famiglia (di fatto)

Il ritratto Censis: la crisi fa riemergere il valore di affetto, regole e rispetto dell’altro. È boom di convivenze

Gli italiani riscoprono i valori della famiglia (di fatto)

Rispetto al 1988, sembra tutta un’altra Italia. Allora, quando il Censis si mise all’opera per scoprire «I valori degli italiani», l’immagine emersa era quella di un popolo votato all’individualismo e al consumismo. Oggi invece, nella ricerca analoga compiuta in occasione dei 150 anni dell’Unità e presentata ieri a Roma, gli italiani sembrano molto cambiati.
Sarà la crisi, che fa riflettere, ma i nuovi valori alla riscossa paiono il senso della famiglia, il gusto per la qualità della vita, l’amore per il bello, una ritrovata spiritualità, un nuovo bisogno di regole, oltre al rispetto dell’altro e del bene comune. Almeno così sostengono i nostri connazionali nel quadro tracciato dal Censis: come se gli italiani fossero pentiti di quel sistema che, oggi, sembra vacillare e riscoprissero, di contrasto, il valore delle relazioni umane. Prime su tette, quelle familiari. Il 65,4% degli italiani pensa infatti che la famiglia sia uno dei pilastri del nostro stare insieme. Le figure dei genitori e in particolare quella del padre tornano a essere dei modelli (per il 22,1%, contro il 14,7% nell’88). I «format familiari» sono cambiati e sono aumentate le unioni di fatto: nel periodo 1998-2009 sono cresciute di 541mila unità, arrivando in totale a 881mila che, inclusi i figli, coinvolgono oltre 2,5 milioni di persone. Più del 90% degli italiani poi si dichiara soddisfatto delle relazioni familiari.
Scende invece il desiderio di consumo. Il 57% degli italiani pensa che, crisi o no, in famiglia il consumismo sia meno sentito. Il 51% crede che nella propria famiglia si potrebbe consumare meno tagliando eccessi e sprechi; il 45% pensa che si dovrebbe conservare quello che si ha piuttosto che puntare ad avere di più (29%). Anche l’estetica poi fa la sua parte. Il 70% degli italiani è convinto che vivere in un posto bello aiuti a diventare persone migliori e che esista un legame tra etica e estetica, e la bellezza abbia una funzione educativa. Il 41% pensa che le meraviglie del nostro Paese possano rappresentare la molla in grado di farci ripartire. Tanto da credere che il nostro paese sia migliore degli altri: il 56% (+7%) è convinto che l’Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio; e il 66% non lascerebbe in nessun caso l’Italia. Insomma basta esterofilia.
I nuovi valori guida? Moralità e onestà (55,5%), rispetto per gli altri (53,5%) e solidarietà (33,5%) sono quelli considerati necessari per migliorare la convivenza sociale in Italia.

Oltre a più legge e ordine: l’89% vorrebbe misure più severe contro le droghe pesanti, l’87% contro la guida pericolosa, il 76% contro l’abuso di alcol, il 74% verso le droghe leggere e il 71,5% nei confronti della prostituzione. E il 47% vorrebbe iniziative per combattere l’obesità. L’ottantadue per cento, infine, crede nel trascendente o comunque abbraccia una forma di spiritualità.

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