La Digos chiarisce il pestaggio: «Storia di ordinario teppismo»

La Digos chiarisce il pestaggio: «Storia di ordinario teppismo»

(...) In questi giorni gli uomini della Digos, coordinati da Giuseppe Gonan, hanno raccolto testimonianze e messo insieme rilievi. Subito hanno sentito il racconto di Assunçao Benvindo Muteba, lo studente angolano di 24 anni, vittima del pestaggio. Poi hanno sentito i testimoni e visionato le immagini di alcune telecamere che controllano la zona dove è avvenuta la rissa. Alla fine hanno stretto il cerchio attorno ai balordi. Sono tre teppisti di 22, 24 e 26 anni. Per i detective della polizia sono loro i presunti autori del pestaggio nei confronti del giovane angolano, accaduto la notte tra il 15 e il 16 agosto lungo la passeggiata Anita Garibaldi di Genova Nervi. Gli agenti della Digos li hanno denunciati in base alla legge Mancini sulla violenza per fini razziali, ricostruendo nel dettaglio gli avvenimenti che, secondo gli inquirenti, nulla hanno a che vedere con ideologie politiche di stampo razzista. Tutti e tre, due operai e un casellante, hanno vari precedenti che vanno dalla guida sotto l’effetto di droghe alla detenzione di ecstasy e ricettazione, dalla rissa alle lesioni. Dalla questura ripetono che «Si è trattato di un fatto occasionale, un episodio di bullismo deteriore». A confermate questa tesi ci sono una trentina di testimonianze raccolte dagli uomini della sezione investigativa, il passato irregolare e violento dei tre denunciati e, a quanto pare, perfino le loro stesse dichiarazioni che avrebbero aggiunto tasselli ad un puzzle ormai chiaro. Il «film» del pestaggio del giovane angolano, nasce in una discoteca della passeggiata di Nervi affollata di giovani in cerca di divertimento. Forse c’è un apprezzamento non gradito nei confronti di una ragazza. Potrebbe essere questa la scintilla che innesca una lite tra italiani, resi anche più euforici dall’alcol, presto sedata dagli uomini della security del locale. I buttafuori allontanano gli scalmanati, una dozzina di persone, che, però, si apposta all’esterno della discoteca in attesa dell’uscita di un giovane che con il suo atteggiamento avrebbe dato origine alla lite. «Eravamo un pò bevuti e caricati» ha poi raccontato agli uomini della Digs uno dei denunciati. Dopo pochi minuti dal locale esce il ragazzo africano. Assunsao Benvindo Muteba, 24 anni, studente universitario, figlio di un dirigente del ministero angolano, è da anni a Genova dove studia Economia. È in compagnia di una ragazza italiana. Il gruppo di balordi decide di scaricare su di lui la rabbia accumulata e partono i primi insulti razzisti. La giovane italiana che è con Muteba redarguisce i balordi, ma ne provoca la reazione. Tre di loro si scagliano contro il giovane di colore. Comincia la rissa, volano pugni e calci. Il giovane africano cerca di tenere testa agli aggresori, ma alla fine soccombe. Altri balordi assistono, senza intervenire, al pestaggio. Fino a quando l’arrivo delle volanti li fa fuggire.

Il resto è cronaca di questi giorni, compreso i tentativo, fallito, della giunta comunale di trasformare in una passerella politica una questione relegata ad un fatto di cronaca come, purtroppo, troppo spesso ne accadono in città.

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