Disfida del latino in Regione

Disfida del latino in Regione

Quo usque tandem abutere, Plinio, patientia nostra? Mino Ronzitti non se l’è sentita di prendere spunto dalle catilinarie per rispondere al consigliere di An che gli aveva sottoposto una proposta di legge in latino. Ma il tono secco e asciutto della lettera che il presidente dell’assemblea legislativa (vulgus, consiglio regionale) ha scritto a Plinio lascia intendere che quella richiesta l’ha intesa proprio come un tentativo di abusare della sua pazienza. «La proposta di legge è inammissibile perché non in lingua italiana. ai sensi della vigente normativa la forma con la quale devono essere redatti tutti gli atti pubblici è necessariamente in lingua italiana. Pertanto si fa presente che la proposta di legge in oggetto va riformulata direttamente in lingua italiana». Punto. Firmato Giacomo Ronzitti.
Chiusa lì? Macché. Plinio passa a Cesare: «Il dado è tratto». E via di controreplica al presidentissimo. «In riscontro alla sua lettera dell’1 agosto che me la nega, sono a chiederle l’ammissibilità della proposta di legge recante oggetto: “Sumptus auxilia beneficia regionis ad scholas de lingua cultuque latino aperiendas”». Le motivazioni non mancano. e per evitare grane, sono scritte tutte in italiano. «La legge è ammissibile in quanto da me presentata in lingua latina ma con correlata traduzione in lingua italiana». Poi la frecciatina in stile ripetizione di diritto romano, pardon, regionale. «Osservo come né lo Statuto della Regione Liguria né il regolamento del consiglio regionale facciano esplicito riferimento alla necessità di presentare eventuali iniziative consiliari in lingua italiana - stuzzica Gianni Plinio -. L’obbligo del bilinguismo vige esclusivamente nella Provincia autonoma di Bolzano». Che è al di là del Rubicone, come peraltro anche la sede della Regione Lombardia che, assoggettata alle stesse leggi della Liguria, ha accettato «una analoga proposta di legge apposta con formulazione italiana e latina».
La controreplica di Ronzitti è attesa a stretto giro di posta, nonostante l’urgenza non sembra essere il problema principale. La legge per dare sostegni alle scuole che insegnano la lingua e la cultura latina non potrà essere portata in consiglio prima di settembre, visto che ieri è stato dato il rompete le righe estivo.

Ma siccome i due protagonisti della querelle, o meglio della pugna, difficilmente vorranno lasciare all’avversario l’ultima mossa, c’è da apsettarsi che si porteranno avanti con i compiti delle vacanze. Se la legge in latino è rimandata a settembre, Plinio e Ronzitti non hanno intenzione di farsi cogliere impreparati.

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