Divorzio Eni-Snam, Catricalà frena

da Milano

Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, frena sulla separazione tra Eni e Snam Rete Gas. «Per decidere è opportuno aspettare almeno il 2009», ha detto intervenendo ieri alla trasmissione In mezz’ora su Rai Tre. «In una prospettiva di lungo termine - ha spiegato - la separazione dovrà esserci. Ma ci sono almeno quattro buone ragioni per attendere».
La prima riguarda il fatto che l’Eni, dopo aver raggiunto un’intesa con Sonatrach, «ha assunto con l’Antutrust l’impegno di portare in Italia sei miliardi di metri cubi di gas provenienti dall’Algeria: e non vorrei che, per via della separazione, non lo onorasse». La seconda ragione addotta da Catricalà è legata al contratto firmato da Eni con Gazprom. «È un buon contratto che deve essere collaudato. E quindi non è opportuno che Eni venga indebolita in questo momento, perché sarebbe indebolito anche il contratto».
Il terzo motivo è invece, secondo il numero uno dell’Antitrust, la risposta a una domanda: chi acquista? «Se fosse un carrozzone di Stato non sarebbe auspicabile. Infine, quarta e ultima ragione è il timore che ad acquistare possa essere un monopolista straniero. Perciò - ha concluso Catricalà - è meglio aspettare cosa accade in Europa e attendere almeno il 2009 per decidere un decreto del presidente del Consiglio dei ministri che stabilisca le modalità di vendita».


A dar ragione a Catricalà è intervenuto Alberto Clò, ex ministro dell’Industria e consigliere indipendente di Eni: «Una eventuale separazione tra Eni-Snam non ridurrebbe i costi e non aumenterebbe la concorrenza ma pone a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti».

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