Eccolo lì, don Paolo Farinella torna da dove aveva cominciato: il crocefisso. Fu lui nellottobre del 2006 a prendere le difese di chi, come Adel Smith, aveva fatto ricorso perché il crocefisso venisse tolto dai luoghi pubblici chiedendone la rimozione per preservarlo. Ieri il sacerdote genovese è tornato alla carica: «Il crocifisso va tolto dalle scuole proprio per restituirlo al suo significato originale e sottrarlo alle strumentalizzazioni, dovrebbero essere gli stessi cattolici a volerlo». «Il crocifisso è scandalo, metterlo sul muro di una classe vuol dire ridurlo a mero simbolo di una cultura, vuol dire snaturarlo», ha spiegato Farinella.
«Oltretutto la decisione di mettere il crocifisso a scuola - ha proseguito - è figlia del Fascismo. Ed oggi un Governo indegno, che parla del crocifisso e non rispetta i diritti dei disperati che arrivano nel nostro paese chiedendo asilo, utilizza la questione per fini meramente mercantili: i veri cattolici dovrebbero ribellarsi». Don Farinella non ha risparmiato critiche neanche ai vertici della Chiesa, contrari anche loro alla sentenza europea e vicini al Governo rispetto al ricorso che lItalia presenterà a Strasburgo: «Per fortuna Cei e Vaticano non sono la Chiesa e non la rappresentano, sono strutture di potere».
«Don Farinella, con le sue farneticanti dichiarazioni, si è messo al di fuori della chiesa cattolica e spero che le gerarchie adottino i provvedimenti del caso». è stato il commento del consigliere regionale Pdl Gianni Plinio.
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