Una regione che non vuole più dipendere dagli assistenzialismi. Una Sicilia distante dagli stereotipi che trova nei suoi migliori imprenditori il coraggio e lambizione per diventare il vero cuore pulsante del Mezzogiorno italiano. È questa la Sicilia che emerge dalle pagine del nuovo numero di Dossier, diretto da Raffaele Costa, nei prossimi giorni in edicola con il Giornale. «Le imprese eccellenti, in Sicilia, non rappresentano casi sporadici - spiega leditrice Maria Elena Golfarelli -. Contrariamente al pensare comune, sullisola sono numerosissime quelle aziende consapevoli del fatto che è finita lepoca dei contributi a pioggia e, soprattutto, sono tanti i giovani imprenditori che, non fuggono altrove. Questi, anzi, scelgono di restare sul territorio per favorirne lo sviluppo».
Su Dossier parlano tutti quei protagonisti di uneconomia che, in passato, ha sofferto per quella dolorosa emorragia di capitale umano - tra le cause principali del deficit meridionale - ma che, oggi, vogliono diventare il simbolo di unItalia che non si arrende e che non si allontana dalle proprie radici. Il nuovo numero del periodico esce in un momento storico dal profondo connotato simbolico. A marzo si festeggiano i 150 anni dellUnità dItalia e la Sicilia, avamposto di un Mediterraneo tristemente «infuocato», diviene il volto di un Paese che, unito, deve saper affrontare lemergenza.
In copertina, Renato Schifani, presidente del Senato, siciliano, si rivolge in particolare ai giovani. «I ragazzi di oggi - sottolinea Schifani - sono i protagonisti dellItalia di domani, come in passato furono proprio le nuove generazioni a dare impulso e vigore alla crescita del nostro Paese. Ricordare la nostra storia significa guardare oltre il presente e rafforzare, con la memoria, il giusto protagonismo dei giovani. Valorizzandoli».
Non manca, nellintervista pubblicata da Dossier, unapprofondita riflessione di Schifani sul valore strategico del federalismo. «Un federalismo sano e virtuoso non divide ma unisce - spiega -. La riforma federale non si può realizzare contro una parte del Paese, ma per rendere tutti i territori protagonisti diretti e decisivi del destino dellItalia. Vanno superati i ritardi nel riformare le strutture economiche e amministrative, con la piena e diretta responsabilizzazione delle realtà locali. Deve essere interpretato e attuato un federalismo in una logica di unità, coesione e solidarietà. LItalia è unita e lo sarà anche dopo la riforma federale. Faremo tesoro dellesperienza già consolidata in altri Stati nellapplicazione di un federalismo moderno e dinamico». Ma non mancano, al riguardo, altre riflessioni.
«La Sicilia deve accettare favorevolmente la svolta federale - dice Golfarelli -. Le imprese alle quali abbiamo dato voce, sono lesempio di quella sana economia siciliana, in grado di sorreggersi sul proprio reddito interno. È questa la strada da intraprendere per fare uscire la regione da quel suo stato atavico, di terra assistita dal Nord».
Tra gli interventi istituzionali, anche quelli di due figure particolarmente legate allisola. Angelino Alfano, ministro della Giustizia, e Stefania Prestigiacomo, dellAmbiente. Il primo si sofferma sullimportanza delle recenti misure antimafia redatte dal governo. Il nucleare, invece, è al centro dellintervento del ministro dellAmbiente che, recentemente, lo ha considerato, «non in contrapposizione» con le energie rinnovabili.
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