da Roma
«I candidati di alto livello sono tanti: comunque si cada, si cade bene», osserva Silvio Berlusconi, alla vigilia di un Consiglio dei ministri che oggi affronterà il nodo del prossimo governatore di Bankitalia. Ma anche quella odierna potrebbe essere una giornata interlocutoria, di ricerca degli equilibri allinterno del governo e con il Quirinale. «Cominceremo a parlarne in Consiglio - conferma il premier - e voglio sentire anche lopposizione». Il centrosinistra ha incaricato Romano Prodi di trattare personalmente la nomina.
A guidare la lista dei papabili resta Mario Draghi, oggi ai vertici della banca daffari Goldman Sachs a Londra dopo un lunghissimo servizio da direttore generale del Tesoro con ministri del calibro di Guido Carli, Lamberto Dini, Carlo Azeglio Ciampi. Si spendono per Draghi i centristi dellUdc e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. La stessa Alleanza nazionale sembra aver dimenticato quasi del tutto le polemiche intorno alla famosa «riunione del Britannia», quando Draghi incontro i vertici delle maggiori banche daffari internazionali sullex yacht reale per discutere lavvio delle privatizzazioni italiane.
Tuttavia il Quirinale - che mantiene anche con la nuova legge importante voce in capitolo nella nomina al vertice della banca centrale - continua a preferire la candidatura di Tommaso Padoa Schioppa. Lex componente del board della Banca centrale europea, per lungo tempo vicedirettore generale di Bankitalia, piace anche al centrosinistra; e probabilmente questo è il suo maggior limite. Proprio ieri, Padoa Schioppa è stato nominato presidente dellInternational accounting standards committee, lorganismo che definisce a livello internazionale i principi contabili aziandali, succedendo allex presidente della Riserva federale americana Paul Volker. Qualcuno ricorda che Carlo Azeglio Ciampi avrebbe voluto Padoa governatore già nel 1993, quando lasciò la Banca dItalia per diventare presidente del Consiglio. Tra Padoa e Lamberto Dini spuntò infine Fazio, sostenuto dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Ma ci vollero un paio di mesi per raggiungere lintesa sul nome dellallora vicedirettore generale.
La candidatura di Domenico Siniscalco resta in piedi, ritorna quella di Mario Monti ed è ancora in corsa il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. Se la decisione non fosse presa in tempo molto rapidi, potrebbe spuntare qualche nome nuovo, di mediazione.
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