da Ankara
Il virus dei polli non evapora con il 2006 e fa sentire la sua voce in Turchia. Cè il rischio che sia un grido di allarme, soprattutto se verranno confermate le prime notizie che arrivano dal governo di Ankara. Parla il ministro della Salute Recep Akdag e dice qualcosa che fa paura. Sono confermati i primi casi di contagio umano in Turchia: «Due pazienti sono risultati positivi - ha detto il ministro in una conferenza stampa -. E c'è anche un altro caso sospetto». Il ministro smentisce se stesso e rinnega le parole di qualche giorno fa, quando disse: niente aviaria. Il ragazzo di 14 anni morto a Capodanno con i sintomi della polmonite è effettivamente vittima del virus. Ma cè di più, i test effettuati su altri tre suoi parenti, tuttora ricoverati in ospedale, sono tutti positivi. Il discorso è semplice: o tutti in famiglia hanno avuto contatti diretti con il pollo infetto, oppure il virus si è trasmesso per contagio aereo. Questultima ipotesi, la più allarmante, è ancora tutta da verificare.
La storia. Avevano mangiato carne di pollo e sabato sera erano stati ricoverati in cinque, tutti bambini di una stessa famiglia di Dogubeyazit, cittadina turca vicino al confine con l'Iran, per effettuare accertamenti. Poche ore dopo il consumo della carne avevano manifestato sintomi analoghi a quelli della variante umana dell'influenza aviaria. Nel pomeriggio di domenica uno dei quattro, un 14enne, è morto con febbre alta e sintomi influenzali. Tutti i bambini hanno unetà compresa tra i 6 e i 15 anni. È stata ricoverata anche una donna di 32 anni. Al momento del ricovero i bambini «avevano la febbre, tossivano e sanguinavano dalla bocca», ha rilevato il dottor Huseyin Avni Sahin dell'ospedale locale. Se dovesse essere confermato il virus dellaviaria come causa del decesso si tratterebbe del primo caso fuori dal Sudest asiatico.
La scorsa settimana, le autorità turche avevano annunciato che alcuni polli sono risultati positivi al virus H5, una variante del virus dellinfluenza aviaria (H5N1), nella Turchia orientale. Il virus è stato individuato su campioni prelevati dalla città di Aralik (provincia di Igdir), al confine con lArmenia.
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