Duemila contagiati e lincubo di 17 vittime nella sola Germania. Un morto in Svezia. Sette casi confermati in Gran Bretagna, tre dei quali hanno sviluppato una complicanza potenzialmente mortale. E poi Danimarca, Svizzera, Spagna e Olanda. Altri 490 casi in tutto fuori dalla Germania. Rischia di trasformarsi in psicosi lallarme sul batterio Escherichia coli (un germe piuttosto comune che vive nellintestino di uomini e animali), il cui focolaio si è sviluppato ad Amburgo (dove ieri si è registrato lultimo decesso). Si tratta di un ceppo «molto raro» del batterio E.Coli, che finora non aveva mai provocato epidemie, ha detto ieri lOrganizzazione mondiale per la sanità. Ed è un batterio particolarmente resistente agli antibiotici, fanno sapere dalluniversità di Amburgo.
La paura dilaga fra i consumatori, ancor di più da quando è stata scartata la pista dei cetrioli provenienti dalla Spagna - considerati allorigine dellepidemia - ma non è stata ancora individuata la causa del contagio. Lla tensione cresce in tutta Europa, non solo fra i consumatori ma anche nelle cancellerie. E rischia di trasformarsi in una guerra di tutti contro tutti. La Russia ha vietato ieri le importazioni di verdure fresche provenienti da tutti i Paesi dellUnione europea a seguito dellepidemia. La Commissione europea ha reso noto di aver inviato una lettera di protesta alla Russia chiedendo «limmediato ritiro» del provvedimento di divieto imposto da Mosca sullimport delle verdure dallUnione europea. Ma intanto un altro scontro si è acceso in Europa e coinvolge la Spagna, infuriata perché i suoi cetrioli sono stati inizialmente additati come i prodotti da cui originava lepidemia, per poi essere completamente scagionati. Il governo di José Louis Zapatero ha attaccato lUnione europea e la Germania per aver creato un falso allarme e ha preannunciato una richiesta di risarcimento per i danni subiti dagli agricoltori del suo Paese.
In Italia finora nessun allarme particolare. DallIstituto Superiore della Sanità rassicurano: «Nessun caso per il momento». «La situazione è seria - spiega Alfredo Caprioli, dirigente dellIss - ma credo che sia confinata in quellarea della Germania.
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